Intervista a Marco Borraccino, Social Media Strategist
“L’obiettivo è prediligere sempre la pertinenza e la rilevanza dei contenuti e il loro orientamento alla relazione con le persone”
Social network, a cosa servono oggi? Domanda complessa, difficile e forse un po’ provocatoria, se consideriamo che nell’anno appena concluso (non proprio facilissimo), le persone che hanno utilizzato i social hanno superato per la prima volta i 4,14 miliardi, a ottobre 2020. L’utente medio, quindi, spende in media circa il 15% del suo tempo sulle piattaforme social.
Questo ha portato a molti cambiamenti: come il modo di fare giornalismo o semplicemente di comunicare tra clienti e aziende. Il primo ad occuparsi di social visual journalism è stato il Washington Post che, su TikTok, ha pubblicato contenuti giornalistici leggeri, pensati per i giovanissimi. Su Instagram Now This ha riempito i feed di mini-video informativi su diversi argomenti, e infine sono arrivati la Cnn, The Guardian, Cbs News e altri big.
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I social media, però, hanno avuto un impatto molto forte anche sul nostro modo di comunicare e di interagire con aziende e brand. Mentre infatti il 2021 vede ancora la tendenza a una strategia Omniaccess, che permette di essere contattati sui diversi canali dai clienti, molte aziende stanno scegliendo di rendere funzionale e attivo un solo mezzo, al fine di garantire una facile gestione del customer service e una customer experience più ottimizzata.
Infine, ultimo tema, ma anche profonda riflessione sugli avvenimenti di Capitol Hill, qual è il tone of voice da usare sui social e, soprattutto, sui social media la libertà di espressione deve avere un limite?
Scoprilo nel nostro podcast con Marco Borraccino.
Fabiana Spani