Inside CNR: intervista a Rosa Bottino, Guglielmo Trentin e Roberto Cerrato
“Non so come il mondo potrà giudicarmi ma a me sembra soltanto di essere un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l’oceano della verità giaceva inesplorato davanti a me.”
– Sir Isaac Newton
Nell’Era della Rivoluzione Digitale, o subisci la tecnologia, o ci scommetti: diventando il motore del cambiamento. In questa nuova puntata di Ed è subito Siri, il nostro Michele Stingo ha parlato dunque dei progetti, dei risultati e degli obiettivi di un centro di eccellenza italiano, l’Istituto Tecnologie Didattiche del CNR, intervistando la Dott.ssa Rosa Bottino, Direttore dell’ITD.
Kai-Fu Lee, uno dei più grandi esperti mondiali di intelligenza artificiale, ha definito l’istruzione tradizionale come una “catena di montaggio educativa”; i giovani avanzano di classe ogni anno, ma non vi è una grande attenzione rispetto ai metodi di apprendimento che cambiano, e soprattutto alle capacità personali dei singoli alunni. Ma è davvero così? Cosa manca? A che punto siamo in Italia oggi per quanto riguarda le tecnologie educative? Esistono anche delle best practices altrove a cui fare riferimento?
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Sicuramente anche la didattica assistita da pc svolgerà un ruolo sempre più centrale e in alcuni casi potrebbe rivelarsi anche più efficace della semplice interazione umana in presenza – ad esempio per gli insegnamenti di competenze pratiche. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Bottino il suo parere, perché l’insegnamento tradizionale sarà inevitabilmente messo in discussione – e in quel caso bisognerebbe ripensare alla funzione sociale dell’educazione. Rosa Bottino ci ha dunque raccontato di un progetto che da tempo è attivo all’ITD, il progetto CPIAbot.
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Nonostante sforzi e investimenti, alcuni vedono questo Progresso ancora come una fonte di pericolo che potrebbe portare la tecnologia a surclassare l’umanità. Altri vedono l’intelligenza artificiale e la robotica come un modo per migliorare la Società, il lavoro e la vita. Dilemma eterno? Forse, ma come in qualsiasi nuovo avanzamento, il risultato dipende da come e perché viene utilizzato. Per quanto riguarda l’educazione, ambito particolarmente delicato, è interessante portare la riflessione proposta da Rosemary Luckin, professoressa della University College London:
“Quando ci chiediamo come l’AI possa contribuire all’insegnamento e all’apprendimento, abbiamo bisogno di partire dai problemi che crediamo possano essere affrontati con l’AI.”
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Viviamo in una “Società Liquida” (Baumann), in una “Società delle Mangrovie” (Floridi). Tutto è duttile, nulla è rigido e definito. Il limite non viene mai superato definitivamente, ogni scoperta lo sposta in avanti, di un poco. Ce lo diceva anche Montale, che ogni immagine di fronte a noi porta scritto quel “più in là!”. Per ogni scoperta, ogni esperienza. Vi sono almeno due dimensioni principali che potrebbero essere esplorate in questo ambito, spostando questo limite un po’ “più in là”: come l’AI possa migliorare l’educazione e come possa aiutarci a risolvere alcuni problemi del mondo scolastico; come possiamo educare le persone riguardo l’AI, così che esse possano trarne benefici. Quali sono i problemi sui quali l’AI ci potrebbe dare aiuto?
Ma, prima di iniziare l’ascolto del podcast, vogliamo lasciarvi una provocazione: Giuseppe Longo, ne “Il Simbionte”, parla di una ibridazione che si sta realizzando tra uomo e macchina, quasi in una specie di competizione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. “Pertanto, avremo nelle scuole degli studenti a tre dimensioni, reali, virtuali e aumentati, fusi in un’unica persona”. Che cosa ne pensate?
Tatiana Sharon Vani
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