“Coordinatore di risorse”, è il ruolo che Silvio Savarese, Chief Scientist di Salesforce, immagina per l’essere umano che lavorerà sempre più a contatto con l’AI
“L’essere umano assumerà il ruolo di coordinatore delle risorse; sarà una sorta di direttore d’orchestra con numerosi strumenti a disposizione, ma dovrà scegliere con attenzione quelli più adatti a svolgere i compiti assegnati”. È quanto ha dichiarato a Wired Silvio Savarese, da più di 20 anni negli Stati Uniti e attualmente Chief Scientist di Salesforce, ovvero responsabile globale dello sviluppo dell’intelligenza artificiale dell’azienda di Cloud Computing.
Savarese ha anche aggiunto che stiamo entrando nell’era dei Digital Workers, ovvero lavoratori digitali che possono coadiuvare gli umani nello svolgimento dei loro compiti, rendendoli più produttivi: “L’AI non sostituirà tutte le capacità dell’essere umano, ma ci permetterà di delegare i compiti più ripetitivi”.
In risposta a chi ipotizza che l’AI possa essere una moda passeggera, Savarese ha sottolineato che proprio l’impatto evidente di questa tecnologia sulla produttività della forza lavoro, e, di conseguenza, sui profitti delle aziende, ne determinerà la longevità: “L’intelligenza artificiale sta cambiando il nostro modo di lavorare in modo concreto. È una rivoluzione paragonabile all’avvento di Internet. Tra cinque anni, forse meno, non potremo immaginare la nostra vita e il nostro lavoro senza l’AI”.
Leggi anche La tecnologia nella vita quotidiana: supporto o dipendenza?
Cosa dobbiamo aspettarci, quindi, dopo l’intelligenza artificiale generativa?
Savarese ne è certo: il prossimo passo sarà la Digital Workforce. “Stiamo rapidamente avanzando verso l’introduzione di veri assistenti digitali, in grado di fornire diversi servizi basati sull’AI multimodale“, ha commentato ai microfoni di Wired.
Lo sviluppo di abilità sensoriali per robot fisici che integrano l’AI e interagiscono con l’ambiente circostante, andando al di là del testo, della voce e delle immagini, è quasi realtà. “Le difficoltà sono tutte sul fronte hardware; è più un problema di Fisica e di Meccanica che informatico”, ha chiosato il manager.
Anche Salesforce sta investendo in questa direzione, sia sviluppando la Ricerca interna sia attraverso collaborazioni con startup attivate tramite il proprio fondo di Corporate Venture Capital.
Non solo: l’azienda si sta concentrando sulla creazione di modelli di linguaggio di varie dimensioni, puntando su velocità e verticalità, e con grande attenzione alla tutela della privacy grazie alla piattaforma Einstein. Per quanto riguarda l’AI generativa per le aziende, poi, Salesforce ha lanciato il primo benchmark internazionale per valutare i sistemi di large language model, aiutandole così a scegliere quello più adatto alle loro esigenze.
S. C.
Fonte: Wired