Grazie al sostegno di The Good Lobby, il comitato IoVotoFuoriSede ha organizzato in questi giorni una campagna nazionale d’informazione e di raccolta firme per sostenere il diritto al voto reale dei cittadini in mobilità
Per milioni di cittadini, che siano studenti fuorisede o lavoratori che vivono lontano dal proprio comune di residenza, sarà praticamente impossibile recarsi alle urne domenica 25 settembre. Tra i lunghi viaggi, i costi esagerati degli spostamenti, l’impossibilità di assentarsi dai luoghi di studio o di lavoro, per moltissimi italiani il diritto al voto è compromesso. Non bastano le agevolazioni sui costi di viaggio: gli sconti sono limitati ai treni a lunga percorrenza o ai voli di compagnie aeree con prezzi di base già troppo elevati.
Era già accaduto durante le elezioni autunnali del 2021, come ai referedum e alle amministrative di quest’anno e, purtroppo, accadrà nuovamente alle ormai prossime elezioni.
Secondo l’ISTAT, nel nostro Paese si stima che siano circa 4,9 milioni le persone alle quali viene precluso il diritto di voto: parliamo soprattutto di giovani tra i 18 e i 35 anni – e maggiormente del Sud Italia – che si spostano dal loro comune di residenza per esigenze di studio o lavorative.
Come si legge dal sito di The Good Lobby, inoltre:
La pandemia ha rimesso al centro del dibattito pubblico il ruolo dei territori in virtù della gestione dei fondi del PNRR in seno al piano europeo Next Generation EU. Proprio per questo, oggi, a maggior ragione, si impone con urgenza il tema del voto ai fuorisede nelle competizioni elettorali regionali e amministrative, fino ad ora in secondo piano nella battaglia per il voto a distanza, affinché non venga trascurata ancora una volta e soprattutto questa volta la voce delle generazioni più giovani.
A differenza degli altri Paesi europei, l’Italia è l’unico Paese a non permettere il voto da remoto. Senza dubbio, la tecnologia può e deve intervenire a supporto di uno dei più grandi diritti dei cittadini. Ricordiamo, inoltre, che la sperimentazione del voto elettronico è già una realtà per gli italiani all’estero.
Per firmare la petizione, clicca qui!