Grazie a una funzionalità dell’app Epik è possibile rielaborare foto nello stile degli annuari scolastici americani anni 90. Ma che fine fanno i dati degli utenti stregati da AI Yearbook?
Scuderie automobilistiche, società sportive, divi del cinema, cantanti, case di moda, emittenti TV. E ancora influencer, showgirl, calciatori e addirittura politici. Nessuno sembra immune al trend del momento: AI Yearbook.
Basta scaricare l’app Epik (qui i link per iPhone e Android), uploadare da otto a dodici foto e pagare 5,99 dollari per ottenere 60 immagini in versione annuario scolastico americano anni 90.
Un vero trionfo di capelli cotonati, camicie improbabili, abiti da cheerleader, giubbotti di pelle, pose “alla Beverly Hills 90210” e così via. Utilità? Praticamente nulla, se non il classico “just for fun” ossia strappare un sorriso ad amici, parenti e follower.
In compenso, come avvenuto per app simili, quali FaceApp e Lensa, sussistono diversi dubbi sul trattamento dei dati degli utenti e sulla loro rielaborazione da parte dei software di intelligenza artificiale. Senza parlare dell’immancabile rischio scam.
In questi giorni di vera e propria “AI Yearbook mania” gli app store sono, infatti, letteralmente invasi da applicazioni spazzatura che, con titoli, descrizioni e immagini simili all’originale, cercano di attirare l’attenzione degli utenti per spingerli a scaricare improbabili versioni tarocche.
L’obiettivo? Carpire dati personali, spingere alla sottoscrizione di abbonamenti e, nell’ipotesi peggiore, far installare malware e spyware.
Ne vale davvero la pena?
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