Giornalista professionista dal 1975, Piero Badaloni ha alle spalle 40 anni di giornalismo attivo su temi di attualità. Da sempre ha alternato reportage e inchieste alla creazione e alla conduzione di programmi sperimentali di infotainment. Per citarne solo alcuni: “Droga che fare”, “Italia Sera”, “Piacere Raiuno” e “Unomattina”.
Negli anni ’80 e ’90 è stato conduttore del TG1. Tra i momenti cruciali per la storia italiana che ha trattato: la tragedia di Ustica, il terremoto in Irpinia, l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, l’incidente di Vermicino, il sequestro Moro. Per i suoi servizi sul terremoto in Irpinia del 1980 gli è stato assegnato il premio “Cronista dell’anno” dall’Unione nazionale cronisti italiani.
Dal 1982 ad oggi, Badaloni ha pubblicato diversi libri, tra i quali: “Europa al bivio. Le origini e le tappe di un cammino”, “Infanzia negata. L’altra faccia dell’America latina” e, il più recente, uscito nel 2020, “Quando il passato non passa. Il franchismo che resiste in Spagna”.
Dopo la parentesi politica come Presidente della Regione Lazio dal 1995 al 2000, è tornato in RAI come corrispondente dalle sedi di Parigi, Bruxelles e Berlino. Direttore di RAI International dal 2006 al 2009, ha infine concluso l’esperienza in RAI con la corrispondenza da Madrid nel 2011.
Da allora – dopo la conduzione, nel 2017, del talk “Avanti il prossimo” su TV2000 – si dedica nuovamente alla sua prima passione: i documentari. Tra gli ultimi, prodotti da Land Comunicazioni, sono da citare: la serie “Illustri conosciuti”, dedicata al percorso umano e artistico di alcuni personaggi che hanno fatto la storia d’Italia; “La lunga marcia”, che racconta un tassello dell’emancipazione delle donne italiane a partire dallo scoppio della Prima guerra mondiale; “Dolomiti: montagne, uomini e storie”, sei episodi che descrivono le meravigliose montagne del Nord-est del Belpaese; “La grande sete”, per riflettere sui drammi innescati dai cambiamenti climatici.
