Matrix è già tra noi, ma per ora è un problema delle mucche

In Turchia un allevatore ha applicato visori VR ai suoi capi di bestiame per aumentare la produzione di latte e migliorarne i livelli di stress

 

 

“Matrix è ovunque, è intorno a noi […] È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. Tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente”.

Probabilmente molti di voi riconosceranno la citazione. Era il 1999 e Matrix spopolava nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, mettendo in discussione il nostro approccio alla tecnologia e instillando più di qualche dubbio sulla deriva ultra-virtuale della società contemporanea.

 

 

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Oltre 20 anni dopo, la Matrix umana non ha (ancora) preso forma, ma quella bovina sembra essere a buon punto. Chiedere per conferma a Izzet Kocak, allevatore turco che ha deciso di applicare dei dispositivi di realtà virtuale alle sue mucche per trasportarle in un mondo fatto di pascoli verdi, paesaggi alpini e aria buona (qui il video). Il tutto accompagnato da rilassanti dosi di musica classica. Inutile sottolineare come la realtà dei capi di bestiame in questione sia ben differente tra pastoni poco appetitosi, recinti sovraffollati ed estenuanti sessioni di mungitura.

A quanto pare le mucche “matrixizzate” sembrano però aver gradito il trattamento se è vero che la produzione di latte è salita da 22 a 27 litri di latte al giorno. Anche il livello di stress è calato notevolmente a detta dei veterinari che le hanno visitate.

Kocak ha rivelato all’agenzia di stampa turca Anadolu Ajansi di aver avuto l’idea dopo aver appreso di alcuni studi sperimentali di Virtual Reality applicata a capi di bestiame condotti in una fattoria di Krasnogorsk, in Russia. Anche in questo caso si erano registrati effetti positivi sia sulla produzione di latte sia sulla salute degli animali, dopo che alcuni esemplari avevano esperito la visione di campi rigogliosi.

 

 

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E mentre il precursore della VR applicata alla zootecnia, Kocak, sembra intenzionato a investire su altri visori, e qualche scienziato pensa di mostrare video alle galline in batteria per migliorarne l’umore e la produzione di uova, rimane più di qualche dubbio sull’eticità del processo

È giusto mistificare la realtà degli animali da allevamento, fosse anche per alleggerire la miseria delle loro esistenze?

Morpheus probabilmente avrebbe risposto di no. E noi esseri umani del 2022?

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