Secondo gli ultimi dati del Work Trend Index pubblicato da Microsoft, il 62% degli italiani è disposto a delegare più lavoro all’AI
Microsoft ha pubblicato i dati della terza edizione del Work Trend Index “Will AI fix work?“. Questa ricerca mostra le opportunità attuali e future nel mondo del lavoro grazie all’utilizzo e all’implementazione delle intelligenze artificiali.
L’Innovazione, per Microsoft, potrebbe ridurre il cosiddetto “debito digitale“. Ma cosa si intende per debito digitale? Parliamo dell’afflusso di dati, e-mail, riunioni e notifiche che le persone non riescono a gestire e che rallentano il pensiero critico e creativo durante la loro giornata lavorativa.
Tra i dati che senza dubbio colpiscono maggiormente, quello che riguarda la visione dei lavoratori italiani rispetto all’utilizzo dell’AI: il 62% degli italiani si dichiara disposto a delegare più compiti lavorativi all’AI.
Leggi anche: Alla scoperta della Rome Future Week
Nonostante sia ancora elevato e diffuso un generale sentimento di preoccupazione rispetto a una possibile futura sostituzione dei posti di lavoro da parte dell’intelligenza artificiale, i dati non sono poi così “spaventosi” per noi: questi ultimi, infatti, rivelano che solo il 42% degli Italiani teme l’intelligenza artificiale (a differenza del dato globale, che si attesta al 49% dei lavoratori).
“È affascinante che le persone siano più entusiaste del fatto che l’intelligenza artificiale li salvi dal burnout di quanto non siano preoccupati che elimini i loro posti di lavoro”, ha affermato l’autore e professore di psicologia organizzativa Adam Grant. “Le persone chiedono anche all’intelligenza artificiale di aiutarle a trovare le informazioni e le risposte giuste di cui hanno bisogno (86%), riassumere le riunioni e le attività (80%) e pianificare la giornata (77%)”.
Leggi anche Elon Musk critica il lavoro remoto: “Moralmente sbagliato”
Ma quali sono le mansioni che i nostri connazionali demanderebbero più volentieri? Tra i primi posti i compiti reputati più ripetitivi, ossia le attività amministrative (67%). Non solo: il 68% degli italiani farebbe felicemente svolgere all’intelligenza artificiale sia i compiti di analisi, sia – per il 55% – qualche attività più creativa.
Questo perché siamo eccessivamente pigri o svogliati? A dire il vero, no. Come si legge nel report di Microsoft uno dei fattori da prendere in considerazione è il peso della giornata lavorativa.
“Con il saldo delle ore di lavoro trascorse a comunicare, il 68% delle persone afferma di non avere abbastanza tempo di concentrazione ininterrotto durante la giornata lavorativa”.
La mancanza di concentrazione (68%), dunque, la ricerca di informazioni (62%) e il volume delle costanti comunicazioni hanno un costo considerevole. Ed è proprio qui che l’utilizzo dell’AI può correre in nostro soccorso: svolgendo compiti ripetitivi, riducendo il tempo trascorso in attività di scarso valore e soprattutto aumentando il benessere generale dei dipendenti.
Infatti, i dati del report evidenziano che nel nostro Paese il 27% dei leader aziendali sarebbe disposto a utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale per supportare la propria forza lavoro, invece di sostituirla. Solamente il 12% dei leader preferirebbe la riduzione del proprio organico.
Tuttavia, l’82% dei leader afferma che i propri dipendenti avranno bisogno di nuove competenze per essere preparati alla crescita dell’AI, pensiamo alla crescita esponenziale dell’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT.
L’intelligenza artificiale sembra dunque sempre più pronta a liberare finalmente le persone dal debito digitale, l’innovazione corre veloce: siamo noi che dobbiamo imparare ad usare correttamente questi immensi strumenti a supporto della nostra vita, non come sostituzione.
Fonti: Ansa | Microsoft