APRE 2022: Innovare nella complessità. Quale futuro ci attende?

Come ogni anno la Conferenza APRE coinvolge la comunità italiana di R&I in dibattiti sullo stato dell’arte di Ricerca e Innovazione nel panorama europeo

 

 

Da martedì 25 fino a venerdì 28 ottobre 2022 sono previsti, nell’ambito della Conferenza annuale di APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea), incontri, dialoghi, workshop e racconti dedicati al programma Horizon Europe e alle sfide che pone. “Innovare nella complessità” è il tema attorno al quale muovono le riflessioni dell’edizione 2022, su cui interverranno esperti ed esperte, rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee, ricercatori e ricercatrici, analisti e performer per far luce su Horizon Europe, una fucina di opportunità che, però, vanno saper gestite per poter essere colte.

Fin dall’introduzione è emerso chiaramente il tema della complessità, definita “sistemica”, del programma europeo ma soprattutto delle questioni che ci riguardano in quanto cittadini europei. Il Presidente di APRE, Alessandro Damiani, ha esordito proprio con la definizione che dà Treccani del termine “complessità”:

“caratteristica qualitativa di un sistema, ovvero di un aggregato organico e strutturato di parti tra loro interagenti, che gli fa assumere proprietà che non derivano dalla semplice giustapposizione delle parti.”

Non a caso Damiani ha poi citato Edgar Morin, filosofo e sociologo che ci ha lasciato, tra le altre, alcune delle riflessioni più pertinenti in merito alla complessità e alla possibilità di “governarla” che ci viene offerta da un approccio multidisciplinare. Per Morin, infatti, l’enorme sviluppo di conoscenze dei primi del 1800 era il frutto dell’avvento di discipline scientifiche intese come campi separati dello scibile umano. Questo modello rivoluzionario, però, intorno alla metà del 1900, andava ormai esaurendo la propria spinta propulsiva. Morin suggeriva allora di favorire l’intersezione tra discipline, scienze esatte ma anche scienze sociali.

 

 

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“Oggi siamo agli albori di una nuova rivoluzione, resa possibile dall’intelligenza artificiale e da una capacità di accumulazione ed elaborazione di dati impensabile fino a ieri“, ha osservato Damiani. E ha aggiunto:

“Si tratta di una rivoluzione destinata a cambiare la società in cui viviamo. Chi ci governa sa che la Scienza è uno strumento indispensabile per governare la complessità e su cui fondare le decisioni. Quando la politica la ignora è perché sceglie di seguire altri criteri. Non dobbiamo sottovalutare i progressi fatti finora, pur sapendo che il cammino verso un’Europa più efficace, autonoma, equa e inclusiva è lungo e irto di ostacoli, problemi da risolvere non da poco come politica estera, fiscalità, difesa, dimensione sociale, processi decisionali, coinvolgimento dei cittadini. Possiamo auspicare, però, che, una volta arginata la guerra tra Russia e Ucraina, il pacchetto di riforme sollecitato dalla Conferenza sul futuro dell’Europa venga ripreso in mano”.

Horizon Europe è il programma quadro dell’UE che succede a Horizon 2020. Mira a creare ecosistemi di innovazione più efficienti e a stimolare la collaborazione tra attori nazionali, regionali e locali. Ha una durata di sette anni, corrispondente al bilancio di lungo termine dell’UE, e una dotazione finanziaria complessiva di 95,5 miliardi (cifra che include i 5,4 miliardi destinati al piano per la ripresa Next Generation EU). Si tratta del più vasto programma di ricerca e innovazione transnazionale al mondo, che finanzia attività di ricerca e innovazione, principalmente attraverso call for proposal aperte e competitive.

 

 

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A un anno e mezzo dall’avvio del programma, che pone l’obiettivo sfidante e ambizioso di accelerare nella direzione dell’innovazione, è tempo di fermarsi a riflettere, forti dei primi dati resi disponibili. La Commissione europea, infatti, ha appena avviato il processo di revisione cui è tenuta ed “è bene che a questo processo partecipino tutti gli stakeholder coinvolti, come la comunità di R&I, in vista del prossimo programma quadro 2028-2034, con qualche anno di anticipo, appena sufficiente per preparare un programma europeo che si rispetti”. Come sottolineato dal Presidente Damiani, è il momento giusto per fare un primo bilancio. Le aspettative sono state disattese? Quale futuro ci attende?

Tra gli speaker in programma nel corso della Conferenza APRE 2022: Maria Chiara Carrozza, Presidente del CNR; Roberto Viola, Direttore Generale di DG CONNECT presso la Commissione europea; Joanna Drake, vicedirettrice generale della DG R&I della Commissione europea; Maria Cristina Russo, direttrice ‘Global Approach & International Cooperation’ della DG R&I della Commissione europea; Matthias Will,  direttore ‘Common Implementation Center’ della DG R&I della Commissione europea; Anna Panagopoulou, direttrice ‘European Research Area & Innovation’ della DG R&I della Commissione europea; Maria da Graça Carvalho, membro del Parlamento europeo e Raffaele Liberali, rappresentante italiano al Comitato strategico Horizon Europe.

 

Qui per informazioni sugli incontri e per seguire la diretta streaming

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