Meta sta lavorando per integrare l’AI generativa all’interno del Metaverso dando la possibilità agli utenti di creare in autonomia scenari, situazioni e personaggi
Immaginate un’esperienza di gioco che cambia per ogni utente con personaggi, scenari e situazioni non predefiniti che evolvono di volta in volta in base alle volontà del giocatore.
Un sogno? No, un progetto concreto al quale Meta sta lavorando costantemente con l’obiettivo di integrare la Generative AI all’interno del proprio Metaverso.
Alla base c’è l’intenzione di usare l’intelligenza artificiale generativa per creare non solo ambientazioni sempre più accurate, ma anche NPC (personaggi non giocabili) più realistici e intelligenti, in grado di interagire con i giocatori in modo naturale e significativo. Il tutto per creare esperienze di gioco di ruolo più immersive, coinvolgenti e con storytelling iper-personalizzati.
Il progetto, peraltro, va avanti da diverso tempo. Infatti, era il 2022 quando il CEO di Meta Mark Zuckerberg illustrò un prototipo chiamato Builder Bot che consentiva agli utenti di costruire parti di mondi virtuali descrivendoli con dei prompt come “andiamo in spiaggia”.
Che Meta punti fortemente sul settore è testimoniato non solo dai miliardi di dollari investiti, ma anche dalla creazione di un team dedicato allo sviluppo di prodotti basati sull’intelligenza artificiale generativa.
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Da parte sua, Zuckerberg ha dichiarato che ci vorranno anni prima che l’azienda veda un ritorno economico da questi investimenti, ma è sicuro che l’intelligenza artificiale generativa avrà un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro del Metaverso e, più in generale, dell’Industria del gaming. E non è il solo a pensarla così.
Negli ultimi anni, aziende leader di settore come Inworld e Artificial Agency hanno iniziato a integrare soluzioni di intelligenza artificiale all’interno dei propri videogame, principalmente per creare narrazioni e dialoghi più dinamici e coinvolgenti. Senza menzionare l’uso dell’AI per generare avatar con fattezze, features e voci tailor-made.
Una serie di miglioramenti che, se da un lato promettono di offrire ai gamer un’esperienza di gioco inimmaginabile fino a qualche anno fa, dall’altro potrebbero mettere nei guai migliaia di sviluppatori, soppiantati da semplici prompt.
E i problemi non finiscono qui. C’è, infatti, il rischio concreto che l’AI generativa venga utilizzata per creare contenuti offensivi, dannosi e inappropriati. D’altra parte chi può controllare cosa avviene durante un’esperienza di gaming generata dall’utente?
Qualcuno già oggi invoca la stesura di linee-guida per l’integrazione della Generative AI nel gaming, ma è quasi certo che le normative si troveranno, ancora una volta, a inseguire il progresso tecnologico. Arrivando irrimediabilmente in ritardo.
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