Tre giovani italiani hanno deciso di investire nella fusione nucleare dando vita, insieme a colleghi dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma (IPP), del Mit di Boston e di Google-X, alla startup Proxima Fusion
Tra i cinque cofondatori della neonata realtà, che punta a realizzare una centrale a fusione nucleare prima nel suo genere entro la fine del decennio, ci sono l’AD Francesco Sciortino e il direttore operativo Lucio Milanese. Nel team di startup figura anche Andrea Merlo.
Proxima Fusion, la prima startup spin out dell’IPP, è nata con l’obiettivo di costruire un nuovo stellarator ad alte prestazioni nei prossimi anni.
Ma di cosa si tratta? Lo stellarator è un impianto che replica il processo di fusione nucleare che alimenta i corpi celesti. Una sorta di gabbia magnetica replicata sulla Terra, dunque, in particolari dispositivi a forma di ciambella.
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Inoltre, si tratta di un’ottima soluzione per gestire i picchi di calore sulle superfici. L’esperienza maturata grazie a Wendelstein 7-X (W7-X), ossia lo stellarator più avanzato al mondo, che si trova proprio all’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma in Germania, è stata fondamentale per dare origine al progetto di Proxima Fusion. Infatti, Wendelstein 7-X era riuscito a raggiungere temperature doppie rispetto a quelle del nucleo del Sole.
“I progressi sperimentali di W7-X e i recenti progressi nella modellazione degli stellarator – spiega l’AD della startup Francesco Sciortino – hanno cambiato radicalmente il quadro. Gli stellarator possono ora porre rimedio ai problemi principali dei tokamak ed evolversi in vere e proprie centrali a fusione, migliorando radicalmente la stabilità del plasma e raggiungendo prestazioni elevate in modo stazionario“.
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“La fusione – aggiunge Martin Kubie, capo degli ingegneri della nuova società, con un passato tra il team McLaren di Formula 1, Google-X e la sua spin off Wing – è la sfida del nostro tempo. Il nostro compito sarà quello di renderla una realtà commerciale. Nei prossimi 12 mesi, in collaborazione con i suoi partner accademici e industriali, Proxima si concentrerà sul completamento del design concettuale di una centrale a fusione“.
Negli ultimi anni, i successi della ricerca sulla fusione nucleare hanno provocato un’ondata record di finanziamenti: si parla di circa sette miliardi di dollari tra il 2021 e il 2022 a livello globale. E pare proprio che Proxima Fusion non sia stata da meno: infatti, è riuscita a raccogliere un round da 7 milioni di euro. Che la vostra stella possa continuare a brillare!