“Data is the new Oil”, scrive The Economist. Ma come possiamo imparare a proteggerli?
Quali sono le diverse soluzioni adottate? E quali i Paesi più sicuri dal punto di vista informatico? Mitchell Broner Squire ne discute nella nuova puntata di Monitor, dove si affronta il tema della New Economy. In una realtà in continua evoluzione è importante far convergere obiettivi economici, processi di digitalizzazione e strategie di cooperazione internazionale.
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Tuttavia, secondo la ricerca 2019 condotta dal sito Comparitech.com, nessun paese è del tutto ‘cyber-ready’ per il livello di minacce contro il proprio benessere economico e la propria sicurezza nazionale. Ad oggi, infatti, ancora troppe poche nazioni hanno allineato i propri obiettivi economici (attraverso la loro agenda digitale) con le loro strategie di sicurezza nazionale. Lo studio ha messo messo in evidenza che tutte le nazioni analizzate (60) potrebbero apportare miglioramenti significativi in ambito cyber.
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Secondo lo studio l’Algeria è il paese meno sicuro al mondo. È stata la nazione con il punteggio più alto per mancanza di una legislazione adeguata e l’alta percentuale di attacchi malware mobile e scarsa preparazione a contrastare gli attacchi informatici. Altri Stati con un punteggio alto risultano essere Indonesia, Vietnam, Tanzania e Uzbekistan. Sempre secondo questo studio, il Giappone sarebbe il paese più sicuro al mondo.
E nel 2020? Cosa sarà cambiato nel secondo studio? E a che punto è il Bel Paese?
T. Sharon Vani