A Sorrento torna Verso Sud, per un Mezzogiorno baricentro della nuova strategia geopolitica dei Paesi del Mediterraneo
Si è tenuto a Sorrento, presso il Grand Hotel Excelsior Vittoria, dal 19 al 20 maggio, il Forum “Verso Sud – La strategia europea per una nuova stagione geopolitica, economica e socio-culturale del Mediterraneo”, realizzato da The European House – Ambrosetti con il patrocinio del Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, e con il sostegno di primari attori economico-finanziari del Paese.
Obiettivo di questa edizione: delineare e potenziare il posizionamento nazionale e internazionale di un Sud Italia baricentro del Mediterraneo allargato e snodo strategico per il raggiungimento delle sfide nazionali e globali, riconoscendo e adottando il nuovo paradigma e l’agenda di sviluppo proposti nella seconda edizione del Libro Bianco.
Quest’ultimo, infatti, a partire da un’analisi socio-economica che ha considerato 45 Paesi nel complesso, elabora indirizzi e proposte di sviluppo per rilanciare il Sud Italia nel più ampio quadro geopolitico Euro-Mediterraneo.
L’iniziativa del Forum, che quest’anno ha coinvolto 19 paesi dell’area Euro-Mediterranea tra relatori e vertici di imprese nazionali e straniere, ha ospitato tra gli altri, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto e il Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci.
Si è ampliata l’analisi già realizzata nel 2022, prendendo in considerazione 24 Key Performance Indicator, su un orizzonte di 10 anni per un totale di oltre 15.600 dati censiti, aggregati in quattro domini di analisi (economico, di dotazione, di innovazione e cultura e sociale) e sintetizzati nel Mediterranean Sustainable Development Index (indice MSDI), innovativo indice di monitoraggio, che quest’anno ha integrato la selezione di indicatori relativi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite (SDGs). Dall’analisi è derivato un indice sintetico su ogni dominio che ha permesso di stilare un ranking per ciascun Paese e fornire uno strumento di orientamento utile a elaborare indirizzi e proposte tematiche.
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In particolare, nell’indice MSDI, il Sud Italia si posiziona al quinto posto nel dominio economico, al quarto nel dominio di dotazione, al settimo posto nel dominio di innovazione e cultura e al nono posto nel dominio sociale. Nel complesso, i risultati emersi dall’analisi restituiscono l’immagine di un Mezzogiorno dalle grandi potenzialità, che rappresenta attualmente la terza economia nel Mediterraneo Core (che include, oltre all’Italia, 22 Paesi dell’Unione Europea, dell’Area Balcanica, del Medio Oriente e del Nord Africa), con risultati superiori rispetto alle medie di riferimento.
Inoltre, al fine di concretizzare le potenzialità di sviluppo proposte e definite nel Libro Bianco, l’analisi si è concentrata su quattro filiere strategiche:
• l’Economia del mare per la competitività, attrattività e crescita del Sud Italia e del Mediterraneo;
• il settore energetico e la doppia sfida della transizione sostenibile e della sicurezza degli approvvigionamenti;
• le specializzazioni produttive/industriali nelle nuove catene globali del valore;
• il settore turistico come leva di sviluppo territoriale.
Il Mediterraneo, pur coprendo soltanto l’1% della superficie dei mari mondiali, rappresenta il 20% del traffico marittimo e il 27% dei servizi di trasporto tramite container mondiali ed è anche punto d’incontro di quattro grandi aree geo-economiche: l’African Continental Free Trade Area (AfCTA), l’Unione Europea, il North American Free Trade Agreement (NAFTA) e il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). I Paesi che ne fanno parte pesano per il 9,7% del PIL mondiale e contano 550 milioni di abitanti.
Proprio nel macro-settore dell’Economia del mare, il Sud Italia registra un elevato posizionamento rispetto il resto del Paese: infatti, il comparto conta oltre 107mila imprese (pari al 47,9% del totale nazionale), 345mila occupati (37,5% del totale nazionale) e genera 15,6 miliardi di Euro Valore Aggiunto (pari al 30,4% del totale nazionale). Tra tutti i comparti che compongono il settore, portualità e trasporto merci e passeggeri sono determinanti nel sostenere la centralità dei porti del Sud Italia. Per sostenerne la competitività occorre, però, investire e intervenire in alcuni ambiti prioritari: sviluppo intermodale e integrazione del trasporto su rotaia (solo 8 su 32 porti del Sud sono collegati all’Infrastruttura Ferroviaria Nazionale), digitalizzazione (abilitatrice di semplificazioni logistiche e sburocratizzazione), Green Transition (incentivando, ad esempio, l’elettrificazione e lo sviluppo dello Small Scale LNG) e una miglior efficacia della governance del sistema portuale.
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Nell’ambito del settore energetico, il Sud Italia è già oggi piattaforma di riferimento per l’area Euro-Mediterranea, ricoprendo un ruolo chiave nella sicurezza degli approvvigionamenti del Paese. Il Sud, attraversato dalle principali infrastrutture energetiche, che collegano la sponda meridionale e settentrionale del Mediterraneo, l’Europa e l’Africa, rappresenta già il serbatoio di energie rinnovabili del Paese, al primo posto nel Mediterraneo per quota dei consumi coperti da fonti energetiche rinnovabili (31,6% del totale). Affinché il potenziale delle rinnovabili sia adeguatamente sfruttato sarà fondamentale, come evidenziato nel Libro Bianco, potenziare la creazione di filiere industriali connesse alle rinnovabili e investire per l’efficientamento del sistema, delle infrastrutture e lo sviluppo delle soluzioni di stoccaggio, incoraggiando il superamento dei vincoli burocratici che rallentano le autorizzazioni.
Ulteriori potenzialità per la crescita socio-economica e competitiva del Sud Italia derivano dallo sviluppo di settori produttivi e filiere industriali ad alta tecnologia. Il settore manifatturiero pesa per l’8,8% del PIL e per il 9,8% degli occupati del Sud Italia. In questo scenario, il Sud vede importanti margini per aumentare la propria attrattività, specialmente attraverso il contributo di quattro filiere, ovvero l’automotive (al Sud si produce l’85% dei veicoli italiani), l’aerospace, l’agrifood (settore che nel Meridione genera 6,5 miliardi di Valore Aggiunto) e il farmaceutico (il 25% delle imprese del settore a livello nazionale si trovano al Sud). Una delle proposte individuate nel Libro è definire un’agenda sovra-regionale con altri Paesi del Mediterraneo, con l’obiettivo di sviluppare vere e proprie Value Chain Euro-Mediterranee con il Sud Italia al centro, realizzando modelli cooperativi tra le ZES del Sud Italia e dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo.
Sul fronte del turismo, i margini di miglioramento riguardano soprattutto l’attrattività internazionale per il Sud Italia, che oggi richiama solo il 12,7% dei turisti stranieri nel Paese. Con 15 Parchi nazionali (>30% del totale nazionale), 24 aree marine protette (75% del totale), 22 siti tutelati dall’UNESCO (38% del totale nazionale) e 175 borghi autentici (86% del totale italiano), il settore turistico può sicuramente crescere. Come riportato dal Libro, occorre, però, valorizzare il potenziale del territorio meridionale, destagionalizzando i flussi e creando una vera e propria industria turistica, favorendo gli investimenti e le partnership di player nazionali e internazionali.
“Verso Sud si è confermato il ‘luogo’ dal quale è possibile dar voce al ruolo internazionale del Sud Italia, nel più ampio contesto del mediterraneo allargato” ha dichiarato Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House – Ambrosetti. E ha aggiunto: “Grazie a un’ancora più ampia e diffusa analisi contenuta nel Libro Bianco, che quest’anno ha coinvolto attivamente i principali attori del Sud Italia e che ha visto partecipare a Sorrento rappresentanti e delegazioni di 19 Paesi dell’area Euro-Mediterranea, vogliamo proseguire quanto iniziato lo scorso anno fornendo prospettive ed elementi essenziali che possono abilitare alla costruzione di un Sud Italia sempre più centrale nelle strategie nazionali ed europee. L’importante partecipazione di imprese nazionali ed estere, con i loro vertici, ci conferma che c’è la volontà di guardare alle regioni meridionali come luogo privilegiato in cui spingere su un parco progetti e investimenti, pubblici e privati, di qualità”.
Fonte: The European House – Ambrosetti