Strawberry: il nuovo progetto di OpenAI nella direzione dell’AGI

OpenAI starebbe lavorando a un metodo per sviluppare un’AI in grado di pensare come noi. Le prime indiscrezioni 

 

 

Dopo le notizie riguardanti le strategie commerciali e gli avvicendamenti nel CdA, OpenAI torna a far parlare di sé per ciò di cui si occupa: l’intelligenza artificiale.

Infatti, secondo quanto riportato da Reuters, che ha visionato dei documenti interni, la società starebbe lavorando a una nuova iniziativa, nome in codice “strawberry”, al fine di sviluppare un’AI dotata di capacità di ragionamento paragonabili a quelle umane.

Già a gennaio, il CEO di OpenAI, Sam Altman, aveva affermato: “le aree di progresso più importanti in materia di AI riguarderanno le capacità di ragionamento dei modelli”. Il modello Strawberry, ancora in fase di sviluppo e coperto da riserbo anche all’interno della società, rappresenterebbe una sorta di prosecuzione di Q Star, il progetto annunciato in precedenza dall’azienda, che a sua volta aveva l’obiettivo di avvicinarci alla fantomatica AGI, l’intelligenza artificiale generale.

 

Le prime indiscrezioni su Strawberry

Strawberry, descritto nei documenti come “lavoro in corso”, consentirà ai prodotti di intelligenza artificiale di OpenAI di esplorare, in autonomia e in modo affidabile, le informazioni disponibili online per pianificare in anticipo le attività più complesse. Questa peculiarità del modello Strawberry viene definita “Deep Research”.

Già il progetto precedente, Q Star, come rivelato da The Information l’anno scorso, avrebbe dovuto risolvere problemi matematici con le stesse capacità di un alunno delle elementari; oggi, con Strawberry, tali abilità, che dimostrerebbero capacità di ragionamento inedite, potrebbero essere spinte ancora più in là.

Un portavoce di OpenAI, pur senza rispondere alle domande dirette su Strawberry, ha dichiarato ai microfoni di Reuters: “Vogliamo che i nostri modelli di AI comprendano il mondo in un modo più simile al nostro. La ricerca di nuove capacità per questa tecnologia è pratica comune nel settore e si basa sulla convinzione condivisa che questi sistemi miglioreranno la loro capacità di ragionamento nel tempo“.

 

 

Approfondisci con la nostra intervista a Luca Foresti: Dall’AI all’avvento dell’AGI. Quale futuro per il mondo del lavoro?

 

 

OpenAI e l’obiettivo dell’AGI 

È notizia altrettanto recente che OpenAI ha presentato un sistema di classificazione per misurare i progressi e il livello di sofisticazione dei propri modelli di AI.

Il sistema prevede cinque livelli: il primo riguarda le intelligenze artificiali in grado di interagire con gli utenti per mezzo di un linguaggio colloquiale; l’ultimo i modelli di AI in grado di svolgere le funzioni di un’intera organizzazione. I vertici di OpenAI hanno spiegato che sono in procinto di raggiungere il secondo livello, che raggrupperà le AI in grado di risolvere problemi di base con la stessa efficienza di un essere umano con un dottorato.

Qualche mese fa, in un’intervista rilasciata al Financial Times, Brad Lightcap, direttore operativo di OpenAI, ha dichiarato che la prossima generazione di modelli di intelligenza artificiale della società sarà in grado di risolvere problemi complessi attraverso il ragionamento. In quell’occasione Lightcap ha spiegato che la società stava appena iniziando a scalfire la superficie della capacità di ragionamento di tali modelli e ha aggiunto che, nonostante l’efficienza dimostrata nel portare a termine alcuni compiti, i modelli di AI odierni hanno ancora diverse difficoltà a elaborare informazioni al di fuori dell’addestramento ricevuto e restituire agli utenti risultati accurati.

Ora che si è diffusa la notizia di Strawberry, gli analisti ipotizzano che le capacità integrate all’interno del nuovo modello segneranno la vera svolta nel percorso verso l’intelligenza artificiale generale, consentendo all’AI di ragionare, comunicare in linguaggio naturale, esprimere giudizi e imparare dall’ambiente circostante.

Nel frattempo, permangono le preoccupazioni legate ai rischi derivanti dall’uso e dalla commercializzazione di algoritmi avanzati senza adeguate garanzie.

 

Fonti: Reuters, Ansa, Wired, The Information, DDay

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