A margine del congresso dell’organizzazione dei Data Protection Officer abbiamo intervistato Matteo Colombo, Presidente di ASSO DPO
Oltre 250 persone hanno partecipato dal vivo (e altrettante in streaming) il 29 e il 30 settembre a Milano all’undicesimo congresso di ASSO DPO, l’associazione dei Data Protection Officer nata qualche anno fa quale punto di riferimento per i professionisti del settore per approfondire le tematiche relative all’applicazione della normativa italiana in tema di Privacy e Data Protection.
La due giorni, che si è tenuta nel Palazzo della Regione Lombardia, si è aperta lunedì con la riunione congiunta del Comitato scientifico e del Comitato territoriale, cui è poi seguita, l’indomani, l’assemblea plenaria interamente dedicata a protezione dei dati, intelligenza artificiale e cybersecurity.
Tra i temi affrontati dalle decine di relatori intervenuti, un unico filo conduttore: ragionare su come il DPO si sta orientando tra le norme europee e internazionali nell’era dell’AI per proteggere i dati di persone, aziende e pubbliche amministrazioni.
Al congresso sono intervenute alcune personalità provenienti dall’Autorità Garante della Privacy. Particolarmente apprezzata è stata la relazione della Prof. Ginevra Cerrina Feroni, la quale ha lanciato un messaggio forte che ha evidenziato, in primo luogo, la centralità della funzione del DPO come figura di garanzia nei processi ad alta complessità tecnologica. Non solo. La Vice Presidente dell’Autorità Garante ha sottolineato anche la necessità di integrare le competenze nella protezione dei dati con quelle di governance dell’AI, al fine di rafforzare la fiducia di cittadini, clienti e stakeholder.
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Di come si costruisce un mondo digitale più trasparente e sostenibile, e delle sfide che attendono, dopo il congresso di Milano, l’associazione dei Data Protection Officer, abbiamo parlato con il Presidente di ASSO DPO, Matteo Colombo.
Proprio sulle sfide che attendono l’associazione, Colombo ha detto:
“I Data Protection Officer devono lavorare in team con altri soggetti. Le conoscenze e le competenze devono crescere ogni giorno; non occorre in questo senso conoscere soltanto la parte legale, ed è proprio l’introduzione dell’intelligenza artificiale che ci porta a dover conoscere logiche e linguaggi diversi“.
Per saperne di più, su come proteggere i dati personali nell’era dell’AI, non vi resta che ascoltare l’intervista integrale.
Gaetano De Monte
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