Alla Biblioteca Aldo Fabrizi, la presentazione del libro della criminologa Roberta Bruzzone e dell’avvocato Emanuele Florindi
Nella serata del 10 novembre, in via Treia 14, presso la Biblioteca Aldo Fabrizi a Roma, Roberta Bruzzone ed Emanuele Florindi hanno presentato il loro libro Nella tela del ragno: manuale di autodifesa digitale, edito da De Agostini.
App, siti, piattaforme social, giochi, mail. Circa un terzo delle nostre giornate viene trascorso sul web, sia per comunicare sia per informarci; ma non solo: una buona parte della nostra vita si è proprio “trasferita” online, lo spazio non è più solo fisico o digitale, viviamo nella società delle mangrovie – per usare una famosa descrizione del Prof. Luciano Floridi.
Ecco perché è necessario muoversi con consapevolezza, cercando di evitare i rischi di questa tela di ragno. Analizzando il lato oscuro del web e dei social media – i confini tra il mondo reale e quello online non sono mai stati così permeabili – gli autori cercano di offrire ai lettori degli strumenti da sfruttare in caso di bisogno. Il libro cerca, infatti, di metterci in guardia dai pericoli di Internet, tra truffe, relazioni nocive e situazioni spiacevoli che possono diventare casi di cronaca.
La criminologa Roberta Bruzzone e l’avvocato Emanuele Florindi – forti di anni di ricerca ed esperienza sul campo – affrontano nel volume molti temi specifici: le tattiche dei predatori online; gli scenari di adescamento, manipolazione e truffa; i fenomeni di reclutamento; la violenza di genere e il cyberbullismo; i reati a sfondo sessuale (dalla pedofilia al cosiddetto “revenge porn”); le dipendenze tecnologiche (dai social network, ai videogiochi, passando per lo shopping compulsivo).
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Durante la presentazione, ad esempio, Florindi ha spiegato il problema dell’hacking delle password:
“Siamo entrati in una società in cui le informazioni che una volta proteggevamo ora le esponiamo a tutti. Le cose oggi si scrivono prima sui social e poi si pensa se era il caso di diffonderle”.
E questo problema è strettamente collegato a un discorso più ampio, ossia quello dei social. “Passiamo circa 6 ore al giorno intrappolati nei social network”, ha detto la Bruzzone. Sono ore che non dedichiamo più alle interazioni reali, ai propri hobby, al sonno o allo studio. “È un meccanismo diabolico e, se il genitore non fa la sua parte e non mette i suoi figli nella condizione di capire cosa ha in mano, (lo smartphone, NdR) diventa uno strumento pericolosissimo”.
Da qui, la volontà – con questo manuale – di offrire a tutti i genitori dei consigli pratici per non cadere nelle trappole più comuni e per imparare a difendere se stessi e i propri figli, tendendo l’orecchio ai campanelli d’allarme e organizzando una sorta di cassetta degli attrezzi per sapere sempre su chi contare e “cosa fare se”.
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