Gener8, il browser a tutela dei dati degli utenti ideato da Sam Jones, raggiunge il valore di 30 milioni di sterline
Un paio di anni fa mi sono imbattuto su Twitter nel pitch di una startup partecipante al programma televisivo “Dragons’ Den” – la versione britannica di “Shark Tank” – in cui gli imprenditori presentano davanti a quattro-cinque potenziali finanziatori la propria idea, cercando di convincerli a investire nel progetto. In America e in Gran Bretagna sono programmi molto seguiti e che funzionano bene. La versione italiana non ha avuto lo stesso successo, probabilmente per mancanza di capitali.
La startup del video in questione era Gener8 e a presentarla c’era il fondatore Sam Jones, con un pitch che, in prima battuta, fece anche più successo dell’idea che presentava. Infatti, io incappai nel suo video grazie a una serie di commenti che lo presentavano come il “best pitch ever” fatto da una startup.
I tweet avevano ragione, è ancora oggi uno dei migliori pitch di presentazione di un progetto che si possano trovare in giro, ma ancora più efficace del discorso è l’idea alla base della startup inglese: viviamo in un mondo sempre più basato sui dati. Sebbene ciò possa portare molti vantaggi, come la possibilità di ottimizzare le operazioni e i processi o migliorare la condivisione di informazioni e conoscenze, presenta anche alcuni svantaggi.
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Con l’avvento del digitale, le nostre informazioni personali e i dati su di noi sono diventati digitali e spesso le aziende possiedono più dati su di noi di quanto immaginiamo. I nostri dati personali hanno un valore intrinseco, che spesso viene sfruttato da aziende e organizzazioni a cui consapevolmente o inconsapevolmente affidiamo la gestione di tali informazioni. Queste possono trarre profitto dai nostri dati, utilizzandoli per fini pubblicitari, di marketing o di ricerca, senza che noi otteniamo alcun vantaggio economico in cambio.
Gener8 è l’innovativo browser ideato da Jones, che offre agli utenti la possibilità di decidere se condividere i propri dati in cambio di ricompense. Questo significa che gli utenti possono essere premiati per permettere a determinati inserzionisti e agenzie pubblicitarie di mostrare annunci mirati durante la navigazione. Gener8, inoltre, permette alle agenzie pubblicitarie di guadagnare dalle visualizzazioni degli utenti che altrimenti utilizzerebbero gli ad-blocker per evitare la pubblicità invasiva o l’utilizzo dei propri dati di navigazione a fini pubblicitari. In sostanza, il browser crea un equilibrio tra gli interessi degli utenti, che possono ottenere benefici dalle loro informazioni, e le agenzie pubblicitarie, che possono monetizzare l’attenzione degli utenti attraverso inserzioni mirate.
Dobbiamo, quindi, iniziare a familiarizzare con il concetto di Personal Information Management Systems (PIMS), essenzialmente sistemi che consentono alle persone di centralizzare i propri dati in un unico luogo, in modo da sapere quali dati vengono conservati su di loro, dove vengono conservati e da chi.
Sam Jones che, se non fosse un imprenditore potrebbe tranquillamente recitare la parte del “genio” in qualsiasi film di Fantascienza per la sua fisionomia, ha alle spalle una carriera nel marketing di Red Bull, dove ha chiuso come Global Brand Manager nel 2017. Quell’esperienza gli ha permesso di maturare l’idea alla base di Gener8, come ha recentemente dichiarato in un intervista a Business Live.
“Mi sono reso conto che tutto ruotava attorno ai dati. Ho riconosciuto il fatto che letteralmente tutto ciò che facciamo online viene tracciato. Per ogni sito web che visitiamo, domanda che cerchiamo, app che apriamo, oggetto che acquistiamo, decine e spesso centinaia di aziende diverse raccolgono questi dati, li aggregano e li vendono. Mi sono semplicemente chiesto: ‘Non è pazzesco?’ Perché fondamentalmente sono i nostri dati, i tuoi dati, i miei dati, ma non otteniamo nulla da essi e tutte queste aziende ci guadagnano. A un certo punto, nel prossimo futuro, ci renderemo conto che tutto ciò che facciamo online viene tracciato e riconosceremo che i nostri dati sono preziosi. Ho pensato che una volta che una persona si rende conto di ciò, inevitabilmente vorrà una di queste due cose, ovvero la possibilità di fermare questo processo, in modo da avere un maggiore controllo sui propri dati, oppure la possibilità di ottenere qualcosa in cambio e condividere i benefici e la ricchezza generati da quei dati”.
Jones ha quindi concepito Gener8, una piattaforma gratuita che consente agli utenti di anonimizzare la propria navigazione su Internet. Una soluzione che molti altri browser avevano già proposto, ma quello che rende Gener8 più interessante è che dà agli utenti la possibilità di optare per un programma a premi, in cui l’app aggrega i loro dati privati, li combina con le informazioni fornite da altri utenti e, in cambio dell’adesione, concede loro dei punti che possono essere scambiati mensilmente con prodotti, buoni o donazioni a scopo benefico. Jones ha affermato che, in media, le persone riscattano un valore compreso tra cinque e 25 sterline al mese.
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Durante il programma televisivo, il giovane imprenditore inglese ha guadagnato la fiducia e l’investimento di due dragons: Peter Jones e Touker Suleyman, ai quali si è poi aggiunto, a telecamere spente, anche un terzo, il CEO di Vitabiotics, Tej Lalvani.
Recentemente l’azienda ha concluso una raccolta fondi di 5,1 milioni di sterline che, con un team di circa 25 dipendenti e un’app utilizzata da oltre mezzo milione di persone, ha alzato il valore di Gener8 a circa 30 milioni di sterline.
In Italia è possibile utilizzare Gener8 e accumulare punti, ma purtroppo nel nostro Paese non ci sono ancora partnership attive. Di conseguenza i punti non possono essere utilizzati. Si può, però, utilizzare la versione “privacy” che permette di evitare i tracciamenti e la pubblicità molesta. Personalmente lo utilizzo da due anni: è un browser che funziona molto bene, anche perché si basa su Chromium, la tecnologia alla base di Chrome.
Aspetto con ansia di poter utilizzare tutti i punti accumulati.