Gli esseri umani al centro del dibattito sull’intelligenza artificiale

In un convegno organizzato nella Biblioteca della Camera dei Deputati sono stati affrontati i diversi impatti dell’intelligenza artificiale: dalla società del lavoro alla geopolitica

 

 

L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato la politica, prima dell’Economia. È da questa consapevolezza che ha preso avvio il convegno “Impatto sociale, giuslavorativo, geopolitico e geoeconomico” che si è svolto ieri mattina nella Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei Deputati, che porta il nome di Nilde Iotti.

I lavori sono stati introdotti dal Vice Presidente della Camera, Giorgio Mulè, il quale ha sottolineato la necessità di un approccio olistico all’AI. “L’obiettivo deve essere quello di migliorare il benessere dell’essere umano, che deve rimanere al centro“, ha detto Mulè. E poi ha aggiunto che “occorre salvaguardare la coscienza e la responsabilità economica collettiva, per esempio, immaginando una architettura di regolazione, ma mettendo soprattutto a terra dei percorsi operativi”.

Inoltre, il deputato di Forza Italia ha ricordato che l’intelligenza artificiale sta ridefinendo le dinamiche dei rapporti lavorativi, quelle della Comunicazione, del potere politico e militare globale.

 

 

Leggi anche: Usare l’intelligenza artificiale per prevenire gli infortuni sul lavoro

 

 

Dopo gli interventi introduttivi del Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Massimo Midiri, e di don Andrea Ciucci, Segretario dell’Accademia Pontificia per la Vita, invece, Agostino Ghiglia, già deputato e giornalista, ed attuale membro del Garante per la Protezione dei dati personali, ha parlato della necessità di introdurre fin dalla scuola elementare l’educazione civica digitale per le nuove generazioni.

L’intervento di Ghiglia, molto appassionato, è stato un fiume in piena. Il giurista ha insistito molto sulla necessità di formare le nuove generazioni al corretto uso delle nuove tecnologie. “Siamo di fronte a uno tsunami che non ha eguali nella storia dell’umanità“, ha detto Ghiglia, che, provocatoriamente, si è chiesto “se ancora sia possibile la protezione dei dati personali, dato che il mondo ha accettato a causa di Meta la più grande rastrellazione di dati personali della storia“.

Ghiglia ha poi lasciato al numeroso pubblico presente in sala alcune suggestioni: l’introduzione di una normativa italiana sull’AI “adatta alle sfide che ci attendono”, una governance che sia trasparente e una maggiore attenzione alla cooperazione internazionale. “Occorre l’Onu dell’intelligenza artificiale“, ha concluso il componente dell’Autorità Garante.

 

 

Ascolta anche Diario di un chatbot sentimentale: il confine tra umano e artificiale 

 

 

Più in generale, è stato il benessere degli esseri umani il filo conduttore del seminario che si è svolto a Palazzo San Mancuto, in linea, d’altronde, con la stessa mission degli organizzatori, cioè il CSAIA, acronimo di Centro Studi Avanzati per l’Intelligenza Artificiale.

Il Centro Studi è una associazione del terzo settore che riunisce accademici, informatici e imprenditori, con l’obiettivo di sviluppare e applicare sistemi di AI in grado di migliorare il benessere umano, e promuove, tra le tante cose, l’integrazione tra scienze umanistiche e scientifiche.

Di recente, il CSAIA ha aderito al Rome Call for Ethics, un documento promosso dalla Pontificia Accademia per la Vita e sottoscritto dal governo italiano e da altre organizzazioni accademiche e istituzioni, anche internazionali, ma anche da imprese, cone IBM e Microsoft, per creare un futuro in cui l’Innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non della loro graduale sostituzione.

Gaetano De Monte

 

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