I fondi per la Transizione 5.0 sono finiti, ma il Ministro Urso promette una rapida risoluzione

Il 6 novembre il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha annunciato l’esaurimento delle risorse disponibili per la “Transizione 5.0”

 

 

“Alle imprese che, a partire dalla data di pubblicazione del presente decreto presentano comunicazioni di prenotazione del credito di imposta, è inviata una ricevuta di indisponibilità delle risorse”. Con queste parole il direttore generale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Paolo Casalino, ha annunciato l’esaurimento per quest’anno degli sgravi fiscali per le aziende che investono in Innovazione e hanno l’obiettivo di ridurre i consumi energetici.

La notizia, anticipata da Il Sole 24 Ore, ha scatenato la reazione del mondo industriale. Anche se il Ministero ha annunciato la possibilità di presentare le domande fino al 31 dicembre, infatti, e anche se è ufficiale che le comunicazioni di prenotazione trasmesse dopo il 7 novembre saranno considerate valide, c’è preoccupazione dal lato delle imprese.

Marco Nocivelli, per esempio, Vice Presidente di Confindustria per le Politiche industriali e il Made in Italy, ha dichiarato: “è una decisione che mette in difficoltà numerosissime imprese e sta generando forte preoccupazione; è necessario individuare con urgenza una soluzione per tutelare le aziende ed evitare che si perda fiducia nelle istituzioni e nelle nostre leggi”.

 

 

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Altre dure prese di posizione contro l’annuncio del Ministro Adolfo Urso sono state, poi, quella del Presidente di Assolombarda, Alvise Biffi, per il quale “si tratta una scelta preoccupante, anche alla luce della difficile congiuntura economica”, e di Barbara Beltrame Giacomello, Vice Presidente di Confindustria Vicenza, che ha sottolineato come “questo è un intervento che limita senza preavviso l’utilizzo da parte delle imprese a 2,5 miliardi sui 6,3 inizialmente stanziati”.

Biffi, inoltre, che è un imprenditore digitale e ha fondato diverse startup, ha lanciato l’allarme sul fatto che ora molte aziende rischiano una chiusura inattesa. Soprattutto, ha aggiunto: “si va in controtendenza rispetto alla necessaria pianificazione degli investimenti promossi per agganciare la transizione digitale e per cogliere la grande sfida legata all’intelligenza artificiale“.

Il fatto denunciato dagli industriali è che molte imprese si sono trovate all’improvviso escluse dai finanziamenti pur avendo pianificato o avviato investimenti, perché non hanno fatto in tempo a predisporre la documentazione. Così, data la gravità della situazione, il Ministero è corso ai ripari.

 

 

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Intanto, mentre la polemica divampava, con un annuncio il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha garantito che il governo Meloni ha previsto ulteriori 4 miliardi nella legge di Bilancio per la nuova Transizione 5.0.

“Ora la nostra priorità – ha aggiunto Urso – “è rispondere alle giuste aspettative di chi in queste ore sta continuando a prenotarsi e così stiamo predisponendo il nuovo piano per la transizione che sarà già operativo dal 1° gennaio; tra gli obiettivi c’è quello di rendere strutturale l’aiuto per favorire l’Innovazione e le transizione energetica delle imprese”.

In attesa dell’incontro fissato al Ministero per il 17 novembre con le parti sociali, l’opposizione ha rincarato la dose, con il deputato di Italia Viva, Davide Faraone, che ha dichiarato: “il risultato è che l’Italia è rimasta nel limbo, un capolavoro di autolesionismo economico che ha fatto perdere tempo e risorse alle imprese, lasciandole ora con i progetti a metà e i conti da chiudere“.

 

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