Il 2024 è stato l’annus horribilis del clima in Italia

Nel rapporto “Il clima in Italia nel 2024” pubblicato qualche giorno fa dal SNPA, gli allarmi sulla siccità e sulle alluvioni, ma anche sulla temperatura dei mari

 

 

Il 2024 è stato in Italia l’anno più caldo della serie storica che ha considerato la media degli ultimi tre decenni. È un dato che conferma il trend emergente anche a livello europeo, ed è il quadro che emerge dal Rapporto “Il clima in Italia nel 2024” pubblicato venerdì scorso dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, composto dall’ISPRA – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dalle agenzie per l’ambiente di Regioni e Province autonome.

Nel documento è riportato che sono stati raggiunti due nuovi record in Italia: +1,33 °C per la temperatura media e +1,40 °C per la temperatura minima, entrambe calcolate rispetto alla media di riferimento 1991-2020 (il trentennio climatologico più recente, assunto come riferimento a livello internazionale). Inoltre, si indica che sono risultate particolarmente alte le temperature nel mese di febbraio 2024, con un’anomalia positiva di +3,15 °C.

Tuttavia, oltre a fornire una descrizione dello stato del clima e della sua evoluzione nel nostro Paese, con analisi e valutazioni su scala nazionale, regionale e locale, le centinaia di pagine del rapporto del SNPA contengono anche approfondimenti sugli eventi più critici che si sono verificati nel corso dell’ultimo anno.

 

 

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In particolare sono menzionati, tra gli eventi idro-meteo-climatici estremi più rilevanti, l’alluvione del 29-30 giugno 2024 che ha interessato la Valle d’Aosta e il Piemonte settentrionale, causata da precipitazioni che hanno raggiunto localmente e in poco tempo valori molto alti.

Gli effetti sul suolo che i tecnici afferenti al Ministero dell’Ambiente hanno registrato sono le colate detritiche, le erosioni dei torrenti, i fenomeni di esondazione. Nel conto degli episodi più rilevanti, poi, è finita anche la descrizione degli eventi accaduti in Emilia Romagna nel corso dell’ultimo autunno in seguito a quantitativi di precipitazioni localmente eccezionali che, in un contesto di suoli generalmente già saturi, hanno causato ingenti danni al territorio.

Accanto alle precipitazioni anomale che hanno riguardato il Nord Italia, dove il 2024 ha rappresentato il secondo anno più piovoso della serie storica considerata, l’analisi, condotta su base stagionale attraverso i vari indici tecnologici di rilevazione, ha fatto emergere che quasi il 50% dell’Italia (prevalentemente Sud e isole maggiori) è stato colpito da siccità, per il combinato disposto della riduzione di precipitazioni e dell’aumento della quota di evapotraspirazione dovuto alle alte temperature.

Per esempio, l’indice CDD – Consecutive Dry Days, che calcola il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare valori elevati su gran parte della Sardegna e della Sicilia, dove si sono avuti fino a 146 giorni secchi consecutivi.

 

 

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Molto preoccupante è anche la situazione dei mari. Nel rapporto si legge che la temperatura superficiale nei mari italiani, considerata nel suo insieme, è superiore in tutti i mesi considerati rispetto alla media climatologica 1991-2020, con una anomalia media di +1.24 °C rispetto allo stesso periodo considerato.

Una tendenza al riscaldamento molto marcata per ciò che riguarda le acque marine è stata riscontrata, in particolare, nelle aree del Mar Ligure, del Mar Adriatico e del Golfo di Taranto, con valori del trend prossimi a +0.5 °C/10 anni, mentre valori più bassi, ma comunque positivi, sono stati registrati nel Canale di Sicilia, nel basso Ionio e nel Canale di Sardegna.

Infine, per quanto riguarda gli indicatori usati, si legge ancora nel rapporto: “le statistiche e gli indici climatici dell’anno 2024 sono derivati complessivamente dalle osservazioni di stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale il cui numero varia tra circa 1300 a circa 2500, a seconda della variabile analizzata”.

                                                                                                                                                                                                                           Gaetano De Monte

 

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