Startup innovative: il Mimit sta provando a regolamentare il comparto

A fine luglio il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha diramato una circolare per provare a riorganizzare il settore delle startup. Ecco le principali novità introdotte

 

 

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha diramato una circolare di otto pagine che introduce nuovi criteri per la disciplina delle startup innovative. La notizia è stata diffusa dall’associazione InnovUp.

Nella circolare si legge che le startup innovative dovranno rispettare alcuni requisiti, tra i quali il non poter svolgere attività prevalente di agenzia o di consulenza. Per le aziende già iscritte che ricadano in una di queste categorie, il Ministero ha previsto un regime transitorio: in pratica avranno tempo fino alla prossima dichiarazione annuale per dimostrare il cambio di attività.

Il primo effetto della nuova disposizione è stata l’immediata cancellazione dall’albo speciale presente nel registro imprese della Camera di Commercio di 584 imprese, il 71% del totale di 817 startup iscritte. In tutti i casi si tratta di una misura che mette ordine nel settore e che era attesa da tempo. Una riorganizzazione normativa per l’intero comparto dell’Innovazione.

 

 

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Ma cosa cambia, più in generale, con la nuova circolare, per le startup innovative?

Tra le novità introdotte vi è l’obbligo di rientrare nella definizione europea di piccola e media impresa. Questo significa che una startup che si definisca tale avrà l’obbligo di iscrivere a bilancio, a partire dal secondo esercizio, un valore della produzione non superiore a 5 milioni di euro.

Inoltre, come ha sottolineato la rivista Wired: le startup innovative dovranno essere slegate dalle grandi imprese. Non solo quelle controllate, ma anche le “associate” non potranno rivendicare questo requisito davanti agli enti pubblici. Di conseguenza, in mancanza di un requisito fondamentale, non potranno accedere ai fondi previsti.

In sostanza, la circolare introdotta dal Mimit ha l’effetto di chiarire e sciogliere i dubbi di interpretazione relativi alla precedente misura introdotta dal governo Meloni il 22 novembre del 2024, la legge n.162, che puntava a migliorare il sostegno alle startup e alle PMI innovative attraverso incentivi fiscali e strumenti di investimento. E meglio specifica anche quanto previsto dalla Legge n. 193, in vigore dal 18 dicembre 2024, la quale ha introdotto rilevanti modifiche al quadro normativo di riferimento per le imprese innovative italiane.

 

 

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Ora vengono sistematizzati e meglio precisati i criteri che riconoscono a questo tipo di aziende uno status normativo speciale, che poi si riverberano in una serie di vantaggi economici, tra detrazioni e minore tassazione di cui potranno beneficiare. Non soltanto.

Dalla circolare si apprende anche che viene modificata l’estensione temporale dell’iscrizione delle startup innovative nell’elenco speciale, oltre i primi tre anni e fino a cinque anni complessivi. E, tuttavia, in fase di conferma per il mantenimento dell’iscrizione, decorso il terzo anno, si prevede che sarà necessario attestare una serie di requisiti.

In particolare, l’impresa dovrà dimostrare una spesa in Ricerca & Sviluppo pari “ad almeno il 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione”. Inoltre, si legge ancora nella circolare: “l’azienda dovrà essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale o essere titolare dei diritti relativi a un programma per elaboratore originario”.

Detto in altri termini: se vorrà godere dello status di startup innovativa e accedere ai relativi benefici, l’impresa dovrà dimostrare di essere titolare di un brevetto e di aver investito per migliorare il prodotto attraverso la ricerca.

 Gaetano De Monte

 

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