Dalla Search Engine Optimization all’Answer Engine Optimization. Come sta cambiando la ricerca di contenuti sul web nell’era dell’intelligenza artificiale
Ve ne sarete accorti e magari siete tra loro: gli utenti web usano sempre più software di AI per le loro ricerche e si affidano sempre meno a Google. Quella che può sembrare una cattiva notizia per chi si è sempre speso per promuovere i propri contenuti online, però, si scopre essere solo l’ennesimo cambiamento su cui i professionisti dell’Editoria online non possono farsi trovare impreparati.
In un articolo di Digiday dello scorso maggio si legge che il traffico referral di ChatGPT verso i siti informativi è raddoppiato nei primi mesi del 2025.
Non solo: l’83% del traffico che il chatbot indirizza verso siti esterni ha come destinazione proprio i media online. Non staremmo assistendo, quindi, alla morte dei motori di ricerca, quanto piuttosto all’emergere di un nuovo ecosistema in cui le piattaforme di AI e Google coesistono, pur con funzioni diverse.
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Ma cosa sappiamo oggi della AEO (talvolta detta anche GEO, ovvero Generative Engine Optimization)?
A differenza della SEO, l’AEO si concentra su come essere scelti dagli Answer Engine, per cui chi costruirà contenuti digitali in futuro, sperando di essere notato, dovrà chiedersi come risultare rilevante per richieste specifiche dell’utente, sforzandosi di realizzare contenuti accurati, ben strutturati e completi per essere considerato una fonte autorevole dall’AI.
Non più risultati di una ricerca, quindi, ma risposte a domande che prevedono un interlocutore, un responso personalizzato.
Sapevate di questa innovazione? Come vi state muovendo per ottimizzare in ottica AEO?
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