Quando il malato è un T-Rex
Un po’ Piero Angela, un po’ Jurassic Park questo è un paleopatologo, in breve. Oggi ci racconta questo lavoro unico Filippo Bertozzo, dottorando presso la Queen’s University di Belfast. Anello di congiunzione tra medicina e paleontologia, la paleopatologia è la disciplina che studia i malanni del passato. Scheletri, mummie, fossili: ecco i pazienti da trattare. Il fine? La conoscenza. Quando è nata una patologia? Quale la sua virulenza? Chi le sue vittime?
Notizia shock: i dinosauri si ammalavano proprio come noi. Fratture, infezioni, tumori… ne troviamo i segni nelle loro ossa. Filippo concentra i suoi studi sugli ornitopodi. Giganteschi erbivori con becco e “piedi da uccello”. I loro resti rivelano meraviglie.
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Istologia, tomografia, Micro-CT scan, gli strumenti diagnostici. Le patologie riscontrate così simili alle nostre. L’esito? Empatia. “Recentemente abbiamo riscontrato un calo della fiducia nella scienza, quasi una sfiducia totale” – spiega Bertozzo – “Quando si parla di dinosauri un mantra ricorrente è ‘sono tutti finti’ (e si intendono gli scheletri nei musei), ‘non sono mai esistiti’. Qui entra in gioco la paleopatologia. Quando il pubblico vede i traumi nelle ossa di questi giganti, quando capisce che soffrivano anche loro, scatta la compassione. E lì capiscono che questi animali esistevano, erano vivi, erano veri“.
La paleopatologia può essere l’arma vincente della divulgazione scientifica. E noi oggi vogliamo fare divulgazione. Quindi basta esitare, ascoltate il podcast.
Eleonora Medica