Il racconto della vita eccezionale di un uomo illuminato
27 febbraio 1960, un sabato diverso per la città di Ivrea. L’indomani non ci sarà nessuna battaglia delle arance per gli eporediesi. Da festeggiare – specialmente per i lavoratori – non c’è nulla. Il Carnevale è terminato con l’arrivo di una telefonata terribile: Adriano Olivetti è morto, stroncato da un’emorragia mentre si trovava su un treno diretto a Losanna. Per la prima volta lo storico Carnevale cittadino cessa i festeggiamenti in anticipo.
Con Olivetti non muore soltanto l’imprenditore che aveva reso grande il nome di Ivrea nel mondo, ma soprattutto l’uomo che aveva provato a realizzare un grande sogno, quello della fabbrica umanistica.
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Ma chi era l’ingegner Adriano Olivetti? E perché la sua storia merita di essere conosciuta da tutti gli italiani? La sua vita è strettamente intrecciata alle sorti dell’azienda di famiglia. Fondata nel 1908 a Ivrea da suo padre, Camillo, la Olivetti è stata una delle più importanti aziende al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e, più tardi, produttrice di prototipi informatici.
Adriano, senza girarci intorno, è stato uno dei più grandi imprenditori italiani del 20° secolo. Ingegnere chimico, uomo illuminato, urbanista, editore, scrittore, sognava un modo nuovo di fare impresa che avesse al centro la cura e il benessere dei lavoratori, ma non amava la parola “utopia” per descrivere la sua visione. Infatti, credeva fosse “la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare”.
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Per scoprire la sua storia non vi resta che ascoltare il nuovo episodio di On Top, il viaggio della Redazione di Radio Activa alla riscoperta degli insegnamenti che ci hanno lasciato in eredità i migliori imprenditori e le migliori imprenditrici del nostro Paese.
S. C.