Pericoli e meraviglie del pianeta Terra
“Non c’è una frana killer, non c’è un’alluvione killer, non c’è un terremoto killer. C’è un rapporto sbagliato tra l’uomo e la natura. Questi eventi capitano, ma le conseguenze sono alla nostra portata: possiamo prevederle e dobbiamo farlo”, Francesco D’Amico.
Un’alluvione non “capita”. Non è casuale. Quando piove possiamo prevedere dove si accumulerà l’acqua col passare delle ore. Ci sono statistiche, ci sono documenti. Ciò che dobbiamo combattere è il disfattismo, quell’atteggiamento che ci fa dire “sono cose che capitano”. Dobbiamo essere attenti, informati e pronti ad agire. Soprattutto volenterosi di apprendere: il linguaggio scientifico, i dati che ci presentano la televisione, la rete, i giornali. Educarci, per essere in grado di comprendere meglio il mondo che ci circonda.
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Certo, tra un’ipotesi e la certezza del fatto c’è un abisso. La ragione nasce dalla condivisione del sapere, dei dati, dei test, dalla confutazione e dal confronto. È tutto parte del processo scientifico, che va dalla pura teoria a una conoscenza oggettiva, affidabile e verificabile. Ma come percepisce ciò il pubblico? Quanto ci rendiamo conto che la scienza vive di previsioni? Quanto un errore del meteo, per esempio, ci porta a credere che il servizio sia inaffidabile? Oggi Francesco D’Amico riflette sul metodo scientifico, sulla divulgazione scientifica, sulla terminologia usata e sulla sua percezione da parte del grande pubblico. E lo fa parlando di loro: i “mostri” da telegiornale, i disastri naturali.
28 dicembre 1908: tremano Messina e Reggio Calabria. 37 secondi bastano per radere al suolo entrambe le città. La più grave catastrofe naturale in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo. Magnitudo 7,1. Ma cosa è la magnitudo? Una misura del danno? Del numero di vittime? Nessuna delle due: è una misura dell’energia liberata dall’evento sismico.
16 gennaio 1975: terremoto sullo Stretto. 6 settembre 2002: sciame sismico noto come il terremoto di Palermo. 26 dicembre 2018 tocca all’Etna. I terremoti sono espressione di un mondo geotermicamente attivo. Sta a noi monitorarli, costruire per prevenire i danni. Gli strumenti ci sono, la divulgazione è la chiave. Questo il messaggio del nostro Francesco.
Per un approfondimento, ascoltate il podcast!
Eleonora Medica