Intervista a Massimo Bernardoni, businessman-inventore che lotta contro l’inquinamento
Murales mangia-smog, pitture che migliorano la qualità dell’aria. Questo lo scenario a cui ci ha abituati Airlite, la vernice che elimina gli inquinanti.
A Roma come a Hong Kong capita di imbattersi in simili progetti outdoor. Parola d’ordine: ecosostenibilità in arte. Ma come funziona Airlite? Quali i benefici reali per l’ambiente? Chi investe e porta avanti la ricerca? Massimo Bernardoni, Co-Founder e Director di Airlite, risponde a questi e ad altri quesiti in un serrato botta e risposta con il nostro Marco Borgherese.
Ebbene sì, perché se la street art affascina serve la vernice giusta per farne il motore del cambiamento. Inodore e completamente naturale, Airlite si fregia del titolo di prodotto antiinquinamento, antibatterico e antimuffa. Insomma, non la solita pittura.
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Un’innovazione – riconosciuta dall’ONU – che punta a sensibilizzare opinione pubblica, imprese e amministrazione sul tema della qualità dell’aria. È una missione: divulgare, educare. Rendere i clienti consapevoli dei risultati, un muro alla volta.
“Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha detto: questo prodotto funziona veramente, ho visto i risultati” precisa Massimo.
E in Italia? La diffidenza non manca, ma i big danno il buon esempio. Autogrill, Vaticano, Decathlon, IKEA per fare qualche nome. Questa tecnologia aiuterà a cambiare il volto delle nostre città. Più pulite, più sane; abitate da cittadini sempre più consapevoli.
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Massimo Bernardoni: “A Roma il murales Hunting Pollution, realizzato con Airlite, neutralizza giornalmente le emissioni di 80 autovetture. Forse 80 vetture sembreranno poche, ma si inizia con poco per arrivare ai grandi numeri. La necessità è che le iniziative vengano portate avanti in maniera diffusa”.
Eleonora Medica