Tutto in un una bicicletta: intervista a Cristiano Sciascia
Cosa hanno in comune mobilità sostenibile, ecologia, riciclo e reinserimento sociale? Una bicicletta! O meglio, un progetto di recupero biciclette: Piedelibero. Un’iniziativa della cooperativa sociale toscana Ulisse, in collaborazione con i detenuti del carcere di Sollicciano.
Il progetto, oltre al riciclo di biciclette destinate alla rottamazione ha come scopo il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il lavoro. Spiega come Cristiano Sciascia, Responsabile della Cooperativa Ulisse, Area Carcere e Inserimenti Lavorativi.
“Non tutti i detenuti sono meccanici ‘imparati’, bisogna insegnare loro il mestiere”, spiega Sciascia. “Ma una volta acquisita la manualità, fioriscono le idee. Biciclette fluorescenti, sagomate, battezzate con nomi particolari… Eccessi di fantasia!”
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Insomma, pezzi unici, rimessi a nuovo con tanta creatività. Ma anche elementi totemici. “Per i detenuti è importante vedere le loro creazioni lasciare il carcere”, sottolinea Cristiano con sensibilità. “Sapere che quelle stesse biciclette da loro rimesse a nuovo durante il periodo di detenzione, sono state poi vendute a un cliente, che ha scelto di acquistarle per la loro qualità, ha un significato profondo”.
Consapevolezza del proprio valore. Contezza delle proprie potenzialità. Aspettative per il futuro. C’è tutto questo nelle importantissime biciclette Piedelibero. Oltre a un progetto green.
Duecento dei pezzi restaurati da Piedelibero sono infatti stati messi a nolo a Firenze, da una seconda cooperativa, La Comune. L’obiettivo della Comune è creare un sistema di mobilità sostenibile per la città di Firenze. Migliore qualità dell’aria che incontra migliore qualità della vita. E le vite coinvolte sono tante.
Eleonora Medica