Breve storia della durata del giorno
Ventiquattro. Sono le ore del giorno terrestre, quelle che regolano la nostra vita in tutto e per tutto. Le nostre abitudini, i nostri impegni, tutto ruota intorno al giorno terrestre e al ciclo delle stagioni. Grazie a tecnologie sempre più avanzate, siamo sempre più dipendenti dai dispositivi che marcano il passare del tempo e stabiliscono il corso delle nostre giornate. Tic tac, tic tac.
Ma qual è l’origine di queste ventiquattro ore così preponderanti per noi tutti? Sono sempre state ventiquattro? In questo come in tanti altri casi, ciò che ci appare costante e fisso, se paragonato alla Storia umana, è in realtà soggetto a modifiche sostanziali quando si prendono in esame lassi di tempo molto lunghi, come le ere geologiche. Ebbene, sembra strano per noi da immaginare, ma il giorno terrestre non è sempre stato di ventiquattro ore, e all’alba dei tempi del sistema solare ne durava appena sei! Il perché di questo progressivo rallentamento è dovuto alla danza nello spazio di Terra e Luna, dove quest’ultima, aumentando la sua distanza dalla Terra, ha rallentato la velocità di rotazione del pianeta intorno al proprio asse.
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Geologia e Paleontologia confermano i modelli astrofisici che hanno descritto il mutare del giorno terrestre per tutta la storia del nostro pianeta, dalla formazione avvenuta quattro miliardi e mezzo di anni fa all’epoca attuale. Infatti, sono state scoperte tracce del ciclo giorno-notte in coralli di 400 milioni di anni fa, nel Devoniano, quando l’anno era di 400 giorni da 22 ore ciascuno.
L’interconnessione tra Astrofisica e Geologia non finisce qui. Studiare la storia del giorno terrestre ha evidenziato un periodo di relativa stabilità, durato oltre un miliardo di anni, durante i quali la durata del giorno terrestre si è assestata intorno alle 21 ore, in netto contrasto con le tendenze precedenti e successive a quel periodo. Il motivo? Un particolare fenomeno fisico di risonanza, il cui culmine è legato a colossali eventi di glaciazione che hanno plasmato per sempre la superficie del nostro pianeta e molto probabilmente hanno permesso alla Vita di esplodere in diversità.
Francesco D’Amico