Da TelCo a TechCo: Telco per l’Italia 2025 dichiara a gran voce l’urgenza di trasformare il comparto. Il passaggio al modello tecnologico è un’esigenza strategica
Il settore delle Telecomunicazioni oggi si trova a un punto di svolta cruciale. Durante l’edizione 2025 di Telco per l’Italia organizzata da CorCom-Nextwork360, appuntamento fisso per il settore, rappresentanti delle istituzioni e leader aziendali si sono confrontati sulle sfide e le opportunità che caratterizzano questa fase di profonda trasformazione digitale.
L’agenda densa dell’evento ha rivelato sin dall’inizio la direzione strategica del confronto: “Oltre le reti: da TelCo a TechCo per costruire il futuro dell’Italia” non è stato solo un sottotitolo, ma il filo conduttore del dibattito che ha evidenziato l’urgenza di una trasformazione dell’intero comparto.
Una trasformazione necessaria e urgente
Come evidenziato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, “le aziende Telco sono davanti a un bivio. Devono scegliere se rimanere confinate nell’attuale ruolo o diventare realtà tecnologiche in grado di generare valore attraverso servizi digitali innovativi”. Il passaggio dal modello tradizionale di telecomunicazione (TelCo) a quello tecnologico (TechCo) non è più un’opzione, ma un’esigenza strategica. Questo cambiamento richiede un approccio collaborativo tra i diversi stakeholder così da superare la visione settoriale e contribuire attivamente alla costruzione di una filiera integrata e sinergica.
Il ruolo delle istituzioni e la regolamentazione
Laura Aria, Commissaria di AGCOM, ha evidenziato come il settore si trovi di fronte a un momento di “cambio pelle” normativo. Il Digital Network Act, previsto per la fine dell’anno, dovrebbe fornire un quadro regolatorio più chiaro per supportare l’Innovazione mantenendo la compliance con le normative esistenti.
Franco Accordino, Head of Unit “Investment in High-Capacity Networks” della Commissione Europea ha ribadito l’importanza dell’armonizzazione normativa a livello europeo, per evitare che gli operatori debbano affrontare obblighi diversi nei vari Stati membri, ottimizzando così gli investimenti infrastrutturali.
Leggi anche: La guerra silenziosa nel settore delle Telecomunicazioni italiane
La “crisi silenziosa” del settore Telco
Tuttavia, dietro queste prospettive di rinnovamento, si nasconde quella che Laura di Raimondo, DG di Asstel, ha definito una “crisi silenziosa” del settore. I dati parlano chiaro: le Telco rappresentano l’unica filiera che “più investe, meno guadagna”, avendo bruciato il 35% del proprio valore pur continuando a investire e a garantire occupazione a oltre 200mila persone. Questa apparente contraddizione evidenzia l’urgenza di ripensare il modello di business tradizionale, orientandosi verso approcci più sostenibili e, al contempo, redditizi.
La risposta a questa crisi passa attraverso l’adozione di tecnologie emergenti. L’intelligenza artificiale emerge come uno dei fattori chiave per il rilancio del settore, con le aziende che hanno già integrato l’AI nelle loro operazioni che registrano significativi aumenti dell’efficienza organizzativa, particolarmente nella manutenzione delle reti.
Davide di Labio, Associate Partner di KPMG ha sottolineato l’importanza dell’intelligenza artificiale non solo per aumentare produttività e manutenzione di rete, ma anche per rilevare trend e migliorare la relazione col cliente, trasformando l’AI da semplice boost della produttività a strumento di forecasting strategico.
L’esperienza di FiberCop rappresenta un caso studio emblematico della trasformazione in atto: l’azienda ha completato il passaggio da TelCo a SerCo (Service Company) e ora punta a diventare una TechCo, affrontando la sfida di trasformarsi in una piattaforma multi-servizio che integri l’intelligenza artificiale come elemento fondamentale.
Un nuovo patto pubblico-privato
Questa trasformazione tecnologica richiede inevitabilmente una rivoluzione nelle competenze. Come evidenziato da diversi interventi, esiste un gap temporale critico tra la formazione e l’implementazione di progetti pilota che deve essere assolutamente ridotto. Le aziende devono investire in talenti capaci di navigare in ecosistemi complessi e infrastrutture in continua evoluzione, mentre la complessità delle sfide richiede un approccio sistemico che vada oltre le logiche di mercato tradizionali.
È necessario, quindi, un nuovo patto tra pubblico e privato con obiettivi comuni: creare posti di lavoro, garantire la connettività anche nelle aree più remote (incluse le isole), e accelerare la digitalizzazione del Paese. Questo patto dovrebbe includere interventi strutturali che guardino non solo al mercato nazionale, ma anche alle dinamiche europee, considerando che gli investimenti infrastrutturali hanno sempre una dimensione sovranazionale.
Conclusioni
Telco per l’Italia ha evidenziato l’esigenza per il settore delle Telecomunicazioni di superare il modello Telco, investendo in AI, in competenze, in modelli di infrastrutture condivise e in una regolamentazione aggiornata.
L’Italia può diventare un hub digitale europeo, ma solo se saprà creare un ecosistema integrato e collaborativo, dentro e fuori i confini nazionali. Il successo di questa trasformazione dipenderà dalla capacità di tutti gli stakeholder di lavorare in sintonia, superando le logiche competitive tradizionali per abbracciare approcci collaborativi.
Come affermato durante l’evento, “oggi o interagiamo con il mondo o siamo morti” – una considerazione che vale tanto per le singole aziende quanto per l’intero sistema Paese.
Ascolta anche: La prassi di riferimento per i professionisti del Customer & Data Management è realtà