Durante la tavola rotonda sull’ intelligenza artificiale nel mondo del lavoro organizzata ieri a Modena, l’ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha lanciato la proposta di aiutare le imprese che utilizzano l’AI per aumentare la sicurezza
Seicento presenze in sala e oltre mille persone collegate online. Sono i numeri del 14° Forum One Lavoro che si è svolto ieri a Modena. “Sicurezza e Innovazione, le sfide del 2025 per il lavoro“, il macro-tema dell’evento.
Organizzato da Wolters Kluwer, in collaborazione con Dottrina per il Lavoro, l’incontro, in primo luogo, ha fatto il punto sulle recenti novità in tema di legislazione giuslavoristica.
In particolare, tra i temi affrontati: le regole di recente introdotte per la prevenzione e il contrasto al lavoro non regolare e le misure relative al welfare e i sistemi premiali per i lavoratori e le lavoratrici; ma anche le maggiori novità introdotte dal legislatore sui contratti a tempo determinato e quelli di somministrazione, insieme alle tutele contro i licenziamenti ingiustificati e i risarcimenti in caso di contratti illegittimi stabiliti dopo le ultime sentenze della Corte Costituzionale; infine, i nuovi adempimenti e le norme sugli appalti.
Poi, la giornata è entrata nel vivo con la tavola rotonda in cui si è discusso dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro e del suo impatto sulla gestione dei lavoratori e delle lavoratrici.
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Sulle principali sfide etiche e legali che i datori di lavoro dovranno affrontare, il Presidente di Confprofessioni, Marco Natali, aveva già sottolineato al quotidiano IPSOA, che “i datori di lavoro devono garantire la trasparenza e l’equità degli algoritmi utilizzati per il reclutamento, la valutazione delle performance e la gestione delle carriere”. Inoltre, Natali aveva spiegato che “è fondamentale prevenire il rischio di discriminazioni algoritmiche e garantire che le decisioni prese dall’AI siano verificabili e giustificabili“.
Durante l’incontro, invece, l’ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, dopo un lungo excursus storico sul rapporto tra Innovazione e sicurezza sui luoghi di lavoro, si è soffermato a sua volta sulle questioni etiche che riguardano l’intelligenza artificiale, e che sono relative “alla privacy e alla sicurezza dei dati, alla mancanza di controlli e alle relazioni tra l’impresa e i dipendenti”, ha detto. Ma, poi, lo stesso Damiano ha ribadito l’importanza nella regolazione che potranno assumere le istituzioni e le imprese, le quali – secondo l’ex Ministro – “dovranno assumersi le proprie responsabilità per ciò che riguarda la contrattazione nei contratti nazionali e aziendali”.
Formazione, competenze e contrattazione, pertanto, sono i capisaldi dell’organizzazione di impresa auspicati da Cesare Damiano, il quale, portando poi come esempio di Innovazione il cantiere digitale, il casco sensoriale che rileva i gas tossici, e gli indumenti realizzati con materiali che monitorano lo stato di salute dei lavoratori, ha lanciato una proposta, quella cioè di dare premi e incentivi alle aziende che usano questo tipo di strumenti innovativi per prevenire gli infortuni sui luoghi di lavoro.
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Da parte sua, Marco Bentivogli, ex Segretario dei metalmeccanici della CISL e attuale componente della Commissione esperti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha il compito di attuare una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale, ha sottolineato, per ciò che riguarda il mondo del lavoro, l’esistenza di tre effetti in relazione all’AI: generazione, sostituzione, integrazione.
Il primo effetto, quello di generazione, andrà a creare nuove opportunità e professioni completamente nuove; il secondo effetto, quello di sostituzione, porterà alcune professioni a scomparire o a perdere rilevanza, come nella storia della civiltà è sempre accaduto, del resto. Il terzo effetto dell’intelligenza artificiale – secondo l’ex sindacalista – cioè quello di integrazione, “accrescerà le potenzialità di ogni professione, aumentando le potenzialità e l’efficienza“.
In tutti i casi, ha ribadito Bentivogli: “tutte le professioni subiranno un impatto dall’intelligenza artificiale, ma quelle che richiedono livelli di istruzione medio-alti e un maggiore utilizzo di abilità e di conoscenza saranno le più esposte. Meno esposti saranno i lavori manuali”. Per ribadire questo concetto, poi, Bentivogli ha usato il cosiddetto paradosso di Moravec secondo il quale “è molto facile fare in modo che i computer mostrino prestazioni di livello adulto nei test di intelligenza, ma è complicato o quasi impossibile dare a loro le competenze di un bambino per ciò che riguarda la percezione sensoriale e la mobilità”.
E c’è un punto che sembra mettere d’accordo tutti gli analisti quando si parla di intelligenza artificiale in relazione al mondo del lavoro: l’importanza dell’educazione e dell’istruzione, insieme al fatto di non considerare l’AI come una minaccia, ma come un’opportunità. Va, senza ombra di dubbio, in questa direzione la proposta dell’ex Ministro Cesare Damiano.
Gaetano De Monte
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