Non solo ACBC vuole cambiare il mondo del fashion, ma anche il modo di pensare l’economia circolare
Il mondo della moda è in continua evoluzione e, in mezzo a questo vortice di cambiamenti, spicca la startup ACBC (Anything Can Be Changed), fondata nel novembre 2017 da due visionari imprenditori, Gio Giacobbe e Edoardo Iannuzzi.
L’azienda si distingue nel settore delle calzature ecologiche e personalizzabili, con l’obiettivo ambizioso di ridurre l’impatto ambientale della produzione e del consumo di scarpe. Non un obiettivo da poco. Ma vediamo insieme il loro percorso fino a diventare una delle startup più interessanti da monitorare per il prossimo anno.
La genesi di un’idea innovativa
Tutto ha avuto inizio con un progetto rivoluzionario: una sneaker dotata di zip, in modo da rendere le tomaie intercambiabili. Giacobbe, ex direttore generale di Trussardi Asia, ha incontrato casualmente Edoardo Iannuzzi, designer che lavorava a Londra. Dalla loro collaborazione è nata poi l’idea di realizzare scarpe modulari che permettessero agli acquirenti di cambiare solo la tomaia, risparmiando 10 kg di CO2 ogni volta.
Per portare avanti la loro visione, i fondatori hanno lanciato una campagna di crowdfunding su Kickstarter che ha ottenuto un successo straordinario, con 50 milioni di visitatori e il sostegno dei media globali. La loro campagna ha ispirato la creazione dell’azienda stessa: ACBC, la cui filosofia è riflessa nel nome stesso “Anything Can Be Changed” (come si può facilmente scoprire dal loro sito).
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Una crescita esplosiva con la sostenibilità al centro
In soli tre anni, ACBC è passata da un’idea innovativa a una realtà di successo, fatturando 10 milioni di euro in valore retail. Oltre che in Europa, la startup ha aperto negozi fisici monomarca in Cina.
ACBC, quindi, si è affermata come prima B Corp italiana nel settore delle calzature, attestando il proprio impegno in materia di sostenibilità.
Infatti, la startup non si è limitata a lanciare le scarpe modulari, ma ha dato il via a una serie di iniziative per ridurre l’impatto ambientale. Come la campagna di crowdfunding per finanziare la creazione di una rete di punti di raccolta, in cui i clienti possono restituire le scarpe usate e ottenere uno sconto per acquistarne di nuove.
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ACBC punta su materiali vegani
La sostenibilità di ACBC si traduce anche in scelte innovative sui materiali. La startup ha brevettato il tacco biodegradabile e la suola in lana. Le tomaie sono realizzate con materiali insoliti come palma, foglie di banano, bucce di mela, e scarti dell’uva. Tutte le scarpe sono vegane e cruelty free. Non è tutto. Negli anni l’azienda ha ottenuto cinque brevetti (ZipShoes, FreeBio, Beyond Plastic, BioHeel, WoolRubber) legati a nuove tecnologie di produzione attente all’ambiente, dimostrando l’impegno continuo nella ricerca e nello sviluppo in materia di sostenibilità.
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Esperienze di acquisto sostenibili per il futuro
In sintesi, non solo moda, ma una rivoluzione vera e propria. ACBC sta dimostrando che la moda sostenibile può essere innovativa, attraente e redditizia. Dall’idea di scarpe modulari alla creazione di una B Corp, la startup ha ridefinito gli standard del settore. La missione di ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’economia circolare ha reso ACBC una pioniera nell’industria della moda e potrebbe sicuramente ispirare altre aziende a seguirne l’esempio intraprendendo il percorso verso la sostenibilità.
Dopotutto, anche l’ecologia paga.
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