Arriva il chatbot che parla la lingua dei segni

L’inclusione passa anche attraverso soluzioni di intelligenza artificiale come l’assistente virtuale sviluppato da QuestIT. Obiettivo? Facilitare l’accesso ai servizi da parte delle persone con deficit uditivo 

 

 

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di digitalizzazione e nuove tecnologie, ma sono ancora centinaia di migliaia le persone con disabilità fisiche e motorie che rimangono tagliate fuori dal processo.

Tra questi vanno inclusi i cittadini con deficit uditivo che, in Italia, secondo le ultime stime, variano tra i 43mila e i 70mila. Una comunità enorme che si scontra spesso con barriere culturali e tecnologiche che paiono insormontabili.

Eppur, qualcosa si muove. Nel maggio 2021 la Lingua Italiana dei Segni (LIS), correntemente parlata da circa 100mila italiani, è stata, infatti, riconosciuta ufficialmente, anche se molto resta da fare nel promuoverne la diffusione nei luoghi in cui serve di più, dai banchi di scuola alle aule universitarie, passando per gli sportelli bancari, fino ad arrivare agli uffici della pubblica amministrazione.

 

 

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Una spinta al cambiamento potrebbe ora arrivare dall’intelligenza artificiale. È notizia di questi giorni che QuestIT, spin-off dell’Università di Siena, ha ideato un chatbot in grado d’interagire con gli utenti utilizzando la lingua dei segni (qui il video). Un traguardo raggiunto grazie al supporto del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che è destinato a fare da apripista per altri modelli di Machine Learning.

L’assistente virtuale, sviluppato da QuestIT in collaborazione con Igoodi, si presenta sotto forma di avatar 3D e impiega le più moderne tecnologie sensoriali per replicare accuratamente i gesti del linguaggio dei segni. Installabile su computer, tablet, smartphone e totem, il chatbot raccoglie le query degli utenti tramite una webcam, interroga la sua knowledge base e ne traduce le risposte in LIS.

Le possibili applicazioni del tool sono praticamente infinite: dalla gestione degli appuntamenti negli ospedali al racconto di mostre ed eventi culturali, passando per il chiarimento di concetti e materie nelle scuole e nelle università.

Prossimi passi? Il lancio della soluzione sul mercato entro la fine dell’anno, seguito dallo sviluppo dell’assistente virtuale in altre lingue.

 

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