Un nuovo chatbot di intelligenza artificiale ha preso d’assalto Internet: licenziamenti o nuove opportunità?
ChatGPT, o Chat Generative Pretrained Transformer, è uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale che utilizza algoritmi di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’input dell’utente. È addestrato su una grande quantità di dati di testo e può generare risposte pertinenti e coerenti in un dato contesto. C’è un “ma”: infatti, da quando è stato lanciato, gli abbiamo fatto così tante domande da far emergere risposte non solo realistiche, ma spesso divertenti, inquietanti e anche problematiche.
La tecnologia in questione, realizzata dalla stessa organizzazione che ha lanciato al pubblico il generatore di testo in immagini DALL-E, ha già accumulato oltre un milione di utenti da quando è stata rilasciata la scorsa settimana.
Numeri non da poco. Che cambiamenti ci aspettano?
Non solo ChatGPT: L’intelligenza artificiale che dipinge i nostri testi
Come ci siamo arrivati? Parola d’ordine: allenamento. Infatti, ChatGPT è alimentato da un modello linguistico di grandi dimensioni, un sistema di intelligenza artificiale addestrato a prevedere la parola successiva in una frase ingerendo enormi quantità di testo da internet e trovando schemi attraverso tentativi ed errori. Semplificando, una tecnologia che ha studiato il nostro comportamento online e che si è perfezionata utilizzando i nostri stessi feedback.
Così come era successo per DALL-E, anche per ChatGPT, i prosumer non hanno deluso. Migliaia di utenti dei social media non si sono fatti scappare la possibilità di porre domande creative e pubblicare i risultati online. Sta già andando virale su TikTok #askChatGPT. Tanto che molti si stanno già chiedendo che conseguenze avrà tutto ciò sul mercato del lavoro. Come sempre vige lo slogan “le macchine ci sostituiranno”.
Andrà così?
Per ora questo testo è ancora scritto da una giornalista praticante.