Il romanzo “Tokyo-to Dojo-to” di Rie Kudan è stato scritto con l’aiuto di ChatGPT e ha vinto il premio più prestigioso del Giappone
Durante la cerimonia di premiazione del 17 gennaio scorso del rinomato premio letterario “Akutagawa” in Giappone, una dichiarazione dell’autrice Rie Kudan ha scatenato dibattiti e riflessioni. Kudan, infatti, ha ammesso che una percentuale che si avvicina al 5% del suo libro, intitolato “Tokyo-to Dojo-to” (Tokyo Sympathy Tower), è composta da frasi generate dall’intelligenza artificiale, e ha riconosciuto il ruolo cruciale svolto da ChatGPT, il chatbot sviluppato da OpenAI, nel potenziamento della sua creatività.
Il romanzo di Kudan trasporta i lettori in una visione futuristica di Tokyo, in cui l’intelligenza artificiale permea gli aspetti più intimi della vita quotidiana. La trama segue le vicende dell’architetta Sara Makina, incaricata di erigere, all’interno di un parco, una torre concepita per la riabilitazione dei criminali. Kudan – e ChatGPT – affrontano tematiche legate alla tolleranza sociale nei confronti della devianza legale.
La rivelazione di Kudan riguardo l’impiego di ChatGPT nella stesura del romanzo ha sollevato controversie, soprattutto all’interno della comunità editoriale, in quanto pone interrogativi cruciali sui diritti d’autore delle opere generate tramite l’intelligenza artificiale.
Di proprietà intellettuale e uso etico dei dati nei modelli di intelligenza artificiale avevamo parlato già qui.
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Quanto al caso specifico, Kudan ha confessato di ricorrere regolarmente all’AI come fonte d’ispirazione e che auspica di mantenere una stretta collaborazione con ChatGPT per stimolare il suo processo creativo.
Non solo: l’autrice ha dichiarato di intrattenere frequenti conversazioni con il chatbot, condividendo con esso i pensieri più intimi. Alcune delle risposte più “personali” di ChatGPT hanno influito sui dialoghi presenti nel romanzo.
L’organizzazione del premio Akutagawa, che in passato ha elogiato il romanzo definendolo “praticamente perfetto”, ha scelto di non commentare le dichiarazioni della vincitrice.
Se autori e autrici di tutto il mondo stanno sollevando il tema della necessità di una regolamentazione per proteggere le proprie opere dall’interferenza dell’AI, la legislazione sul copyright giapponese, conosciuta come Chosakukenhō, non contempla – al momento – disposizioni specifiche a riguardo.
Ken Akamatsu, fumettista e politico, ha avviato una campagna per promuovere una norma che consenta agli artisti di decidere se permettere o meno, dietro adeguato compenso, l’utilizzo delle proprie opere da parte dell’AI. Anche la Japan Book Publishers Association e altre organizzazioni hanno sollevato la necessità di aggiornare le leggi sul copyright al fine di tutelare la cultura e i diritti d’autore. Finora la questione è rimasta senza risoluzione.
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