Nel 2022 572 startup innovative al femminile in più rispetto al 2019
Il 2023 è appena cominciato, ma è già tempo di fare i conti: InfoCamere ha elaborato i dati per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere e i risultati non solo sono speranzosi, ma anche concreti. Infatti, malgrado la pandemia, l’innovazione al femminile è in crescita. Nel comunicato stampa si legge che “sono 2mila le startup innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019“.
Il Covid-19 non si è quindi dimostrato un ostacolo insormontabile, anzi, proprio in quel periodo molte donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di prodotti o servizi ad alto valore tecnologico. Nello specifico “le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle startup, una quota analoga a quella registrata due anni prima (13,5%). Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (+40%)“.
Ma quali sono le aree di sviluppo maggiormente interessate dal fenomeno?
“Oltre il 70% di queste duemila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15%, invece, nelle attività manifatturiere (306 startup) e il 4,6% nel commercio (91 aziende). Quote residuali sono attive negli altri settori economici.”
Una vera e propria sorpresa. Questa crescita dell’innovazione al femminile è destinata ad aumentare o si stabilizzerà?
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I dati attestano che stiamo assistendo a una vera svolta: nel complesso, a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di 1 milione e 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Ecco le parole del Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, dopo aver visionato questi numeri.
“La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo. Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline STEM, oggi tanto ricercate dalle imprese.”
Sulle discipline STEM, ascolta la nostra intervista a Larisa Akrofie, Founder di Levers in Heels
Ma come sono distribuite queste imprese? Vediamo i territori e prepariamoci ad abbattere qualche bias.
“L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni, che concentrano più del 50% del totale delle imprese guidate da donne di questa tipologia: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia-Romagna (143). In valori assoluti, invece, i saldi più consistenti si sono registrati in questi due anni in Lombardia, Lazio, Campania e Toscana.”
L’innovazione al femminile non domina al Nord, anzi. Queste imprese sono più diffuse al Centro e nel Mezzogiorno, “dove rappresentano oltre il 23% dell’imprenditoria totale, con punte del 27% nel Molise, del 26% in Basilicata, di oltre il 25% in Abruzzo e di più del 24% in Sicilia e in Umbria.”
A questo punto sarebbe interessante e utile scoprire quali sono le motivazioni dietro a questo exploit. Un mercato non ancora saturo, politiche territoriali di supporto o altro?
Se vuoi saperne di più sull’innovazione al femminile, ascolta la nostra serie podcast: WOW – Women on web