CEO di OpenAI, ma anche investitore pluripremiato, Sam Altman è tra i nomi da appuntarsi per non perdere i prossimi sviluppi dell’intelligenza artificiale
Sam Altman è il CEO di OpenAI, l’azienda che, in questo 2023, grazie a ChatGPT ha reso l’intelligenza artificiale un tema pop e popolare. Altman è un imprenditore e un investitore di alto profilo nel settore tecnologico e dell’Innovazione, ma non è noto come altri grandi nomi del settore che ormai abbiamo imparato a conoscere, come l’onnipresente Elon Musk, Tim Cook o Jeff Bezos. Il suo nome, però, è sinonimo di Innovazione e ambizione, quindi conviene imparare a conoscerlo.
Nato a St. Louis e lasciata Stanford prima della laurea, Altman ha conosciuto per la prima volta il successo all’età di 19 anni con la startup Loopt, un servizio di condivisione della posizione del telefono. Nonostante abbia raccolto più di 30 milioni in capitale di rischio, però, Loopt non ha attratto abbastanza utenti e nel 2012 è stata acquisita da Green Dot Corporation per 43,4 milioni di dollari.
Con il capitale accumulato dalla vendita, Altman ha fatto il salto nel settore del capitale di rischio. A soli 28 anni, ha assunto la leadership di Y Combinator, acclamato acceleratore di startup dietro aziende di successo come Airbnb, Instacart, Stripe e Reddit. Per quest’ultima azienda, nel 2014 Altman ha addirittura ricoperto il ruolo di CEO per otto giorni.
Leggi anche X.AI Corporation: la sfida di Elon Musk a OpenAI
Il focus dell’imprenditore si è poi spostato sulla intelligenza artificiale nel 2015 con la fondazione di OpenAI, di cui è diventato CEO a partire dal 2019.
Dal suo lancio ad oggi, OpenAI ha raccolto 1 miliardo grazie al sostegno – perlomeno iniziale – di personalità di alto profilo come Elon Musk, Peter Thiel e società come Microsoft, Amazon Web Services e Infosys.
Nonostante l’impegno in OpenAI, Altman ha continuato a investire in una varietà di settori, con un portafoglio che comprende la società di fusione nucleare Helion Energy, la startup di impianti cerebrali di Elon Musk Neuralink, la piattaforma di scambio di carte sportive Alt, il produttore di jet supersonici Hermeus e numerose aziende biotecnologiche. I suoi investimenti coprono, tra le altre, anche startup tech come Asana, Pinterest, Soylent e Retro Biosciences.
Negli anni, Altman ha ricevuto vari riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il titolo di “miglior giovane imprenditore nel settore tecnologico” da parte di Businessweek nel 2008 e la citazione tra le 100 persone più influenti del mondo sulla rivista “Time” nel 2023. Ad oggi il patrimonio netto stimato di Altman è di circa 500 milioni di dollari.
Leggi anche: Abbiamo intervistato ChatGPT. Sì, anche noi, ma meglio
Noto per la capacità di programmare e smontare computer da quando aveva 8 anni, Altman ha attribuito al suo Mac e alle chatroom di AOL il merito di averlo aiutato a sopravvivere “crescendo gay nel Midwest”. Vegetariano da quando era bambino, Altman vive a San Francisco con il suo partner, l’ingegnere del software australiano Oliver Mulherin. Nonostante i successi, Sam Altman è notoriamente un “prepper“: infatti, ha affermato di possedere armi, oro, ioduro di potassio, antibiotici, batterie, acqua, maschere antigas e un grande pezzo di terra a Big Sur in caso dovessero verificarsi eventi apocalittici.
Tuttavia, se Altman resterà sulla cresta dell’onda, tutti noi, per quel che vale, potremmo essere in giro ancora per molto tempo: l’imprenditore ha di recente investito 180 milioni di dollari in Retro Biosciences, una startup focalizzata sull’estensione della durata della vita.
Con un curriculum così impressionante, non c’è da meravigliarsi che Altman sia considerato una delle figure più influenti nel settore tecnologico. La sua visione e la sua capacità di realizzare progetti audaci continueranno senza dubbio a plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale e non solo.
Solamente nell’ultima settimana ha incontrato il Cancelliere tedesco Olaf Scholz e il Premier inglese Rishi Sunak. Tema di discussione: la legislazione da applicare al crescente mondo dell’AI. Abituiamoci a sentir nominare Sam Altman sempre di più.