L’intervista a Simona Palermo su WOW racconta un’agricoltura rigenerativa che nasce da competenze femminili, tecnologie e reti
Oltre 366mila imprenditrici agricole e più di 470mila lavoratrici dipendenti.
Sono numeri impressionanti, quelli che fotografano la presenza delle donne nell’agricoltura italiana. Dietro queste cifre non ci sono solo storie individuali, ma un intreccio di tecnologia, sostenibilità e una nuova idea di leadership.
A raccontare questa trasformazione è l’ultimo episodio di WOW – Women on Web, il podcast di Federica Meta e Francesca Pucci, prodotto da Radio Activa Plus, che esplora come le transizioni ambientale e digitale incontrino la prospettiva di genere.
Una puntata che vede protagonista Simona Palermo, responsabile dei progetti speciali di ImageLine, con una visione netta: il futuro dell’agricoltura ha un volto femminile, sistemico, rigenerativo. Racconta Palermo, tracciando il ritratto di una nuova generazione di imprenditrici e agronome capaci di tenere insieme suolo, clima, biodiversità e algoritmi:
“Le competenze che stanno facendo davvero la differenza sono quelle trasversali: dalla lettura dei dati alla leadership collaborativa.”
Non è solo un fatto di numeri, seppur impressionanti: si tratta di una cultura diversa, che Palermo identifica nelle reti femminili come le “Donne dell’Ortofrutta” o le “Donne della Vite”, laboratori viventi di collaborazione intergenerazionale, dove la sostenibilità non è uno slogan, ma una pratica quotidiana.
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E la tecnologia?
Palermo non la descrive come un accessorio, ma come uno strumento di liberazione: “La digitalizzazione permette di superare barriere tradizionali legate all’accesso alle informazioni e alla partecipazione alle reti professionali”, spiega, ribadendo come piattaforme come il Quaderno di Campagna siano diventate alleate di agronome, consulenti e imprenditrici per trasformare aziende familiari in sistemi circolari competitivi.
Tutto questo converge in un concetto chiave: un’agricoltura rigenerativa ha bisogno di sguardi femminili.
Palermo chiude così: “Serve una narrazione che valorizzi le competenze femminili non come eccezioni, ma come parte strutturale di questo cambiamento“.
Il resto dell’intervista lo trovate nell’episodio completo di WOW!