Anno 2113. La terra è al collasso, stremata dal riscaldamento globale e dalla sovrappopolazione. La colonizzazione dello spazio è fallita, le risorse scarseggiano. Unica alternativa possibile è migrare verso i poli, in attesa della fine. Poi, all’improvviso, la scienza incappa in una possibile soluzione… che corre sul filo dell’etica
Questa è senza troppi spoiler la trama di “Elbrus”, romanzo fantascientifico edito nel 2020 da Curcio Editore e scritto a quattro mani da Giuseppe Di Clemente e Marco Capocasa. Oggi ci addentriamo alla scoperta del suo contenuto e dei suoi retroscena. Con noi Marco Capocasa, antropologo molecolare al suo esordio come autore.
Come nasce Elbrus? E la collaborazione con lo scrittore Giuseppe Di Clemente? Cosa ha unito due personalità così diverse? Dall’incontro con Marco, scopriamo che la risposta a questa serie di domande è in realtà una sola: la Scienza. Marco e Giuseppe si incontrano per la prima volta a un tavolo di lavoro, per verificare insieme la correttezza scientifica di alcune porzioni di un romanzo di Di Clemente.
Qui scoprono di saper collaborare con entusiasmo ed efficacia. Si raccontano una passione comune: la Fantascienza. E un interesse molto attuale, la Bio-etica. Poi, l’illuminazione: scrivere un racconto. Affrontare su carta temi cari alla Scienza e all’Etica. Il testo, prima breve, pian piano prende corpo. E infine diventa romanzo.
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Un romanzo che è in realtà una profonda riflessione bio-etica. Tra le sue pagine si intrecciano temi quali la manipolazione del DNA, la clonazione, l’ibridazione, i diritti dell’uomo e l’obiezione di coscienza. Ricerca ed Etica. Progressi sensazionali della Genetica e della Genomica umana da una parte, pressanti interrogativi etici all’altra. A fare da sfondo alla vicenda, il riscaldamento globale.
Insomma, in Elbrus c’è tutto! Ambientato nel 2113, ci racconta l’oggi. Il pizzico di genio? La veste ludica. Il prodotto è di intrattenimento, il testo appassiona, incalza, sconcerta. Le pagine scorrono rapide e la mente macina. Senza accorgercene ci ritroviamo catapultati in un dibattito che, forse, ignoravamo. Quello dei limiti della ricerca, materiali e morali.
Spinti dall’urgenza di salvare la specie umana, gli scienziati di Elbrus non hanno remore a sfruttare un nuovo DNA (sulla provenienza del quale lasciamo un po’ di mistero) per garantire all’umanità tutta di sopravvivere in condizioni ambientali estreme. Ma per qualcuno, lo scopo “alto” non basta. Un ricercatore solitario viene tormentato dai dubbi. Cosa stanno facendo? A che prezzo? Non esiste un altro modo?
Per scoprirlo c’è il podcast e, ovviamente, il libro!
Eleonora Medica