Giacomo Spaconi, regista del progetto social “Le Coliche”, ripercorre con noi la sua storia professionale, dal cinema alla regia digitale
C’era un tempo in cui la regia era sinonimo di grandi set cinematografici, ciak e sceneggiature lungamente meditate. Oggi, nell’era digitale, il racconto per immagini si è trasformato. Dai Social Network alle piattaforme di streaming, il linguaggio visivo ha trovato nuovi spazi, nuove regole e un pubblico sempre più veloce e imprevedibile.
Ma cosa significa essere registi in un mondo in cui i contenuti si consumano in pochi secondi? E come si racconta una storia in questo nuovo ecosistema?
Ne parliamo in questa puntata di Futura con Giacomo Spaconi, autore e regista, tra le altre cose del progetto social Le Coliche, che ha sperimentato la regia in un contesto che mescola professionalità, improvvisazione e interazione diretta con il pubblico.
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Con Spaconi ripercorriamo la sua storia professionale, dal cinema ai contenuti digitali, approfondendo le sfide e le opportunità che la regia incontra oggi.
Parliamo del suo approccio creativo, della collaborazione con altri artisti e di come il rapporto diretto con gli spettatori influenzi il processo narrativo. Non solo: analizziamo il futuro della professione in un contesto in cui l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie vengono viste sia come minaccia sia come strumento per la creatività.
Se il cinema ha attraversato rivoluzioni epocali – dalla Nouvelle Vague alla sperimentazione di autori come Martin Scorsese e Quentin Tarantino – oggi il grande cambiamento è nel modo stesso in cui le storie vengono prodotte, distribuite e consumate.
Quanto conta ancora la visione del regista in un mondo sempre più dominato da algoritmi e formati veloci? Quale sarà il futuro del mestiere?
Scopritelo con noi in questa nuova puntata di “Futura”.
M. B.
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