Quali sono gli effetti di questi attacchi? E quali i rischi per la nostra sicurezza? Mitchell Broner Squire ne ha discusso in questa nuova puntata di Monitor
In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente la gestione dei flussi di informazione è fondamentale. A differenza del passato, in cui il rischio era soprattutto quello di avere poche fonti a disposizione, oggi c’è un problema inverso: è necessario orientarsi in un flusso costante di notizie e quindi saper scegliere tra migliaia di voci diverse, non tutte affidabili né sempre autorevoli. Ma cosa succede quando le nostre fonti vengono attaccate nel cyber spazio?
Gli attacchi hacker hanno obiettivi non solo di natura economica, ma spesso anche politica, per mano di gruppi di hacker parastatali, ci dice Mitchell Broner Squire in questa nuova puntata di Montor. Nel tempo, dunque, è aumentata non solo la complessità ma anche la superficie di attacco. Quale è il ruolo del giornalismo e dell’informazione in questo contesto?
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Lo spunto ci viene da un intervento della giornalista Carola Frediani in un TedX (qui il link dell’intervento completo) dove compiva un’analisi su Anonymous. Quale è il rapporto tra Anonymous e i media? Sicuramente di sfruttamento reciproco. Da una parte c’è il media che guarda al gruppo di hacker come un sensazionalismo e dall’altra Anonymous guarda ai media come una cassa di risonanza delle proprie attività. Anonymous – a parte qualche rara eccezione – è comunque rimasto fedele alla sua regola di non attaccare i media, perché si scontra con l’esigenza della libertà di espressione. Ma non per tutti gli hacker è così.
T. Sharon Vani