Intervista al magistrato Aldo Resta
In questa nuova puntata di Legaltech Show, come sempre in collaborazione con lo Studio Legale BLB e la Community di Legaltech Italia, i nostri speaker Silvano Donato Lorusso e Nicolino Gentile hanno intervistato il magistrato Aldo Resta, appassionato di nuove tecnologie.
Ha ideato Toga, il primo software giuridico basato su una logica di A.I. in grado di “leggere la Legge”: contiene tutte le norme penali e i reati previsti dalla legislazione italiana, elabora e fornisce informazioni aggiornate ed operative sui principali istituti, processuali e sostanziali, gestisce l’agenda processuale del penalista, verifica termini e scadenze, conserva in sicurezza atti e documenti.
Il software che ne è alla base – si legge sul sito – funziona sul cloud ed è utilizzabile con qualsiasi dispositivo, Mac, iPhone, iPad, PC, dispositivi Android, ed è d’interesse per le professioni legali poiché gestisce l’intero corpus dei reati previsti dalla legislazione penale italiana.
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L’area penalistica non ha grande riscontro nella maggior parte dei tool a livello internazionale, per questo è così interessante Toga. Seppur le Istituzioni italiane siano sempre più sensibili e proattive verso l’innovazione e l’informatica giudiziaria, bisogna ricordare che la storia dell’informatica giurista, soprattutto in Italia, è una storia tormentata: infatti nel corso del tempo c’è stata una vera e propria moltiplicazione di sistemi che tuttavia si sta cercando di unificare.
L’ideale, afferma il Magistrato, sarebbe una piattaforma unica e ricorda che “i software migliori nascono dall’osservazione qualitativa dei flussi di lavoro. C’è una grande quantità di lavoro che è fuori udienza e fuori aula, qui l’innovazione, la tecnologia e l’automazione portano benefici enormi in termini di risparmio di tempo. Tutti i sistemi di ottimizzazione del flusso di lavoro sono sistemi che ti fanno andare più veloce e quindi si può recuperare molto tempo”.
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Ma le domande restano: come mai nell’amministrazione della giustizia penale, sia nelle Corti sia a livello ministeriale, si è arrivati più tardi all’utilizzo di strumenti innovativi rispetto al civile? E l’innovazione nel settore giudiziario potrà supplire all’esigenza di avere più magistrati a disposizione?
Sicuramente ci sono pareri discordanti e prese di posizioni (anche contrarie) all’utilizzo di tool che, mediante all’AI, elaborano i dati ad esempio a fini predittivi. Ma Aldo Resta ricorda che “abbiamo paura di quello che non conosciamo, anche a livello lavorativo. C’è sempre un modo migliore di fare le cose”. E, senza dubbio, un utilizzo intelligente dei dati grazie all’intelligenza artificiale migliorerà e alimenterà la macchina della Giustizia.
T. Sharon Vani