Intervista a Tessa Manuello, Founder e CEO di Legal Creatives
Bentornati al Legaltech Show, il programma condotto da Silvano Donato Lorusso e Nicolino Gentile di BLB – Studio Legale e di LegaltechItalia. Oggi parliamo di Legal Design, un settore in grande crescita negli ultimi anni con un ospite d’eccezione di questa nuova puntata è Tessa Manuello, Founder e CEO di Legal Creatives.
Speaker riconosciuta a livello internazionale, Tessa Manuello è conosciuta nel mondo per essere pioniera di questo settore, che è un punto di intersezione tra il mondo legale e quello più creativo.
Ma cos’è il Legal Design? Si tratta di una disciplina che si propone di rendere la Legge più accessibile, utile e anche più attrattiva per le persone e soprattutto rendere più trasparente il mondo legale ai cittadini. Questo mondo può essere mondo difficile e complesso per gli utenti; il Legal design cerca di rendere questo navigare più semplice, per rendere la customer experience dei clienti piacevole, intuitiva, creare prodotti e servizi legali incredibilmente attraenti. Il legal design è una materia multidisciplinare, e non potrebbe essere altrimenti visto che coinvolge avvocati, giuristi, designer, comunicatori fino ad arrivare ai programmatori.
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Quando si parla di legal design si sta parlando di usare il pensiero del design: grafica, font differenti, colori, la grafica può essere migliorata, semplificata, resa più comprensibile e per la usability. Non è solo un’acquisizione di skills, ma è anche una questione di cambio di mindset: pensiamo infatti che il settore legale è un ambiente molto conservatore e tradizionale.
Se nel resto del mondo Tessa è riuscita a rivoluzionare questo settore, nel vecchio Continente il legal design è studiato e implementato soprattutto in Finlandia e in Europa centrale, dove nei paesi di lingua tedesca sono stati coniati termini specifici per la legal visualization (Rechtsvisualisierung),la visual legal communication (Visuelle Rechtskommunikation), e la visual law (Visuelles Recht). Invece in Italia se ne parla ancora troppo poco. Siamo pur sempre il Paese dell’Impero Romano, culla della Giurisprudenza; pensiamo che ancora oggi si studia Diritto Romano in tutto il mondo! E quindi nel Bel Paese questa novità così dirompente, disruptive ed esplosiva non ha ancora fondato le sue radici.
Come ricorda Silvano, ad esempio “in Italia i contratti, i documenti sono scritti più o meno con la stessa struttura”, ogni parte è ben definita in una determinata posizione, in una struttura piuttosto consolidata e – se vogliamo – rigida. È difficile, per le parti più tecniche, considerare e immaginare il livello di design; tuttavia, come sottolinea l’ospite, “il Legal design è una vera e propria opportunità per ripensare e rivalutare gli strumenti che utilizziamo”.
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Da sempre, la Giurisprudenza e il settore Legale cercano le risposte nel passato; ma quando si parla di innovazione, bisogna guardare al futuro. “Abbiamo nuove tecnologie e metodologie a disposizione e possiamo sfruttare il legal design per risparmiare tempo e risorse”. E quindi possiamo riprogettare i contenuti dei contratti così da renderli non solo visivamente più attraenti ma anche più facili da capire; ripensare i formati e utilizzare un linguaggio più semplice per renderli più accessibili; rivedere i moduli per accelerare il processo di gestione dei reclami e per promuovere le negoziazioni anziché le controversie.
Ma quando si parla di legal design, sottolinea Tessa, bisogna riferirsi a tutto il mondo legale, “anche gli oggetti che vengono usati possono aiutare”; dagli spazi alle brochure, dal sito alle sedie in ufficio, nulla è lasciato al caso. Le aziende più innovative al mondo condividono una cosa in comune: usano il design come processo iterativo per innovare in modo più efficiente e con successo concentrandosi sulla User Experience.
T. Sharon Vani