Intervista a Luca Foresti, CEO del Centro medico Santagostino
OLL In apre la nuova stagione con un tema caldo: il flop di Immuni. L’app, promossa dal Ministero della Salute e nata dalla partnership tra Bending Spoons e Centro medico Santagostino, ha debuttato all’inizio di giugno, tra le prime applicazioni di questo genere in Europa. Ha preso il massimo dei voti da tutti gli esperti che l’hanno analizzata. È stata scaricata da oltre 9 milioni di persone, non abbastanza ma nemmeno poche. Eppure finora non è riuscita nel compito di tracciare il contagio e quindi neppure a contribuire al contenimento dell’epidemia di Covid-19 in Italia.
Stando a dati elaborati e resi noti lo scorso 3 novembre dal nostro ospite sul suo profilo LinkedIn: prima di ottobre l’app non vedeva di fatto caricamenti di positività al Covid-19. Cosa non ha funzionato? Quali sono stati i principali ostacoli? E in che modo il call center nazionale istituito dal Decreto Ristori potrà porre rimedio?
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Lo abbiamo chiesto a Luca Foresti, amministratore delegato del Centro medico Santagostino, che ha descritto il fenomeno con parole forti, come “la storia quantitativa dell’incapacità di scaricare a terra questo progetto da parte del Sistema Sanitario Nazionale, nelle sue articolazioni regionali”.
Tra gli altri temi affrontati: le misure dell’ultimo DPCM e la mancata diffusione, da parte del governo, dei dati che determinano le decisioni politiche con la comunità tecnico-scientifica e con il mondo dell’informazione. “I dati non sono stati pubblicati, non è stato chiarito il peso che viene dato ai 21 parametri”, ha osservato il nostro ospite.
E ha aggiunto: “A dire la verità non è neanche banale trovare la lista completa, ma non basta la lista. Bisogna dire qual è il peso dato a ciascun parametro. Bisogna che il governo metta trasparenza nei dati.”
Sabrina Colandrea