Rapporto ASviS: l’Italia è molto indietro sullo sviluppo sostenibile

È stato presentato ieri a Roma il rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Le ombre sul “Belpaese”

 

 

A 10 anni dall’approvazione da parte delle Nazioni Unite dell’Agenda 2030, il piano d’azione globale per lo sviluppo sostenibile per sradicare la povertà e armonizzare la crescita economica, l’inclusione sociale e la tutela ambientale, tutto il pianeta è attraversato da conflitti e tensioni che rendono sempre più necessario il raggiungimento dei 17 obiettivi, i cosiddetti Sustainable Development Goals.

È la fotografia che emerge dal rapporto di ASviS, acronimo di Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, presentato mercoledì 22 ottobre a Roma all’interno del Palazzo dei Gruppi di Montecitorio. In particolare – si legge nel report –  l’Italia appare in netto ritardo rispetto agli impegni assunti a livello internazionale ed europeo, con conseguenze negative per le imprese, le persone, le comunità e l’ambiente.

Rispetto ai 17 obiettivi chiave e ai relativi 169 traguardi specifici, il “Belpaese” sconta un arretramento significativo su sei traguardi. Tra questi: disuguaglianze, povertà, tutela degli ecosistemi, qualità delle istituzioni. Ma a preoccupare sono anche salute e lavoro. Tali dati richiedono politiche pubbliche all’altezza, capaci di intervenire sulle cause strutturali della marginalità.

 

 

Ascolta anche: Roma Capitale della mobilità sostenibile?

 

 

Per questo, a maggior ragione nei giorni in cui si discute della legge di Bilancio, ha detto la Vice Presidente della Camera Anna Ascani, introducendo la presentazione del rapporto: “salute e lavoro devono essere centrali, è qui che si misura la coerenza di un Paese con gli impegni assunti e la capacità di incidere davvero nella quotidianità dei cittadini”.

E, se l’Italia piange, di certo l’Unione Europea non ride, dato che il rapporto ASviS ha evidenziato le contraddizioni tra gli impegni assunti a livello multilaterale e le politiche concrete dell’UE, in particolare l’aumento delle spese militari, la revisione al ribasso di alcune norme ambientali e sociali e il rischio di indebolire la posizione dell’Europa a livello globale.

Sulle politiche sostenibili adottate di recente dall’Unione, è intervenuto a rassicurare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale ha ricordato: “Ursula Von der Leyen, nei giorni scorsi, ha diramato un comunicato che è un atto di realismo, non un passo indietro, perché contiene una serie di richieste che chiedono flessibilità su diverse azioni, dai biocarburanti, alla mobilità, fino ai fabbricati”.

 

 

Ascolta anche: Roma Capitale green del futuro. La rivoluzione energetica parte dall’Ostiense

 

 

Tornando alla condizione dell’Italia, il direttore scientifico dell’ASviS, l’ex ministro del Lavoro ed economista Enrico Giovannini, ha sottolineato: “il nostro Paese non si trova in una condizione di sviluppo sostenibile e i conflitti e le tensioni geopolitiche non aiutano. Oggi la sostenibilità viene percepita più come un fastidio che come un investimento sul futuro“.

Più in generale, dal rapporto dell’ASviS emerge che “il Belpaese continua a non dotarsi di politiche adeguate, mentre l’Europa sta facendo scelte errate e sta perdendo quel ruolo di guida nel campo della sostenibilità che aveva assunto negli ultimi anni“.

Ma, mentre i governi europei prevedono che nei prossimi anni non cambieranno le loro scelte in termini di povertà, disuguaglianze ed emissioni di gas climalteranti, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ha proposto una serie di interventi innovativi e robusti, tra i quali, per l’Italia, una profonda revisione del Piano Strutturale di Bilancio.

Per saperne di più, scarica qui il rapporto integrale

Gaetano De Monte

 

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