Così Roma si sta dotando di un piano dei trasporti adeguato alla transizione ecologica
Per adeguarsi alla cosiddetta transizione ecologica, che è anche uno degli obiettivi principali del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del programma Next Generation EU, considerata la sua area metropolitana così vasta, è diventato sempre più urgente per Roma, come hanno già fatto in passato altre capitali europee, dotarsi di un vero e proprio piano di mobilità sostenibile a supporto del trasporto pubblico, per poter offrire ai cittadini una valida alternativa alle auto private.
In quest’ottica, il 22 febbraio 2024 l’assemblea comunale capitolina ha approvato il PUMS, cioè uno strumento di programmazione delle nuove infrastrutture di trasporto che saranno realizzate nei prossimi 10 anni nella Capitale, che è stato concordato con la cittadinanza attraverso una lunga di fase di ascolto, consultazione e programmazione. Si tratta di un modello di mobilità che va nella direzione auspicata dagli attuali decisori pubblici, quella cioè di rendere “Roma sempre più smart“, espressione da intendersi come “città che utilizza la tecnologia digitale per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, promuovere la sostenibilità e ottimizzare l’efficienza dei servizi urbani“.
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Nella sostanza, un PUMS è un sistema urbano dei trasporti che consente di migliorare l’accessibilità per tutti i cittadini senza distinzioni di reddito o status sociale, e che permette, allo stesso tempo, di ridurre l’inquinamento atmosferico, le emissioni di gas serra e il consumo di energia, nonché di accrescere la qualità dell’ambiente urbano.
Come ha annunciato nel luglio scorso l’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Eugenio Patanè, durante l’evento Roma si muove:
“Sono in corso diversi progetti per rimettere in sesto le infrastrutture romane, a cominciare dalle metropolitane, dalla revisione dei treni al rinnovo della flotta per aumentare la frequenza dei passaggi; dai lavori di armamento delle stazioni a quelli di riqualificazione; dalla ristrutturazione della rete tranviaria alla progettazione di nuove linee; dal nodo ferroviario alla mobilità alternativa e sostenibile, fino ad arrivare all’intermodalità. […] La complessità di Roma non consente di puntare su una sola tipologia di infrastruttura, ma obbliga decisamente a puntare su un mix infrastrutturale“.
Nella medesima occasione, il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, ha rivelato che sono stati stanziati 10 miliardi per investimenti nei trasporti a valere per i prossimi 10 anni. E poi ha aggiunto: “i soldi serviranno per avere finalmente un trasporto pubblico migliore, oltre che per aggiustare i binari dei treni e della metropolitana e per comprare più di mille autobus, 121 tram e 53 treni della metropolitana”. Durante Roma si muove, inoltre, è stata ufficializzata l’apertura del cantiere per la realizzazione del GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Biciclette, in via di San Gregorio, nel centro di Roma. “Il GRAB è un progetto di livello internazionale”, ha detto ancora Patanè, il quale ha sottolineato anche come l’approvazione del PUMS sia “qualcosa di operativo e concreto che serve alla mobilità di Roma”.
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Per sapere oggi a che punto siamo con il piano di mobilità sostenibile, abbiamo sentito, nell’ambito del nuovo podcast di Radio Activa Plus Rome Smart Hub – Don’t you know that Rome wasn’t built in a day?, realizzato in collaborazione con Needs Startup Association, l’Ing. Andrea Spinosa, specializzato in pianificazione territoriale e progettazione dei trasporti.
“Roma è una città complicata, ha tantissimo terreno da recuperare. Non si è mai presentata come Capitale, non avendo un territorio, ad esempio industriale, ben definito da rappresentare”, è la premessa dell’esperto. “Roma inizia in ritardo. Oggi che tutte le altre città europee – Barcellona, Parigi, Berlino – attraversano il tema della transizione ecologica, la Capitale ha più difficoltà a stare al passo con i continui cambiamenti”.
“Roma ha, però, delle oppportunità”, ha affermato Spinosa ai nostri microfoni. Come puntare sulla riqualificazione delle stazioni centrali come un elemento concreto per attrarre flussi di energia e di materie prime a impatto zero e ad alta consapevolezza ambientale. Concetti cui del resto lo spesso Spinosa ha fatto riferimento all’interno della sua tesi di dottorato.
È il modello Blue Station, che favorisce l’adozione di politiche e presidi maggiormente ecosostenibili mantenendo, però, invariato il modello di sviluppo commerciale della “grande stazione”. Le ferrovie, dunque, come dei coagulatori di urbanità, verso un modello di sostenibilità ambientale.
L’obiettivo è lo stesso della startup Bufaga, le cui attività tese alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e dell’impatto sulla salute umana, potrete conoscere, ascoltando l’intervista realizzata per noi da Vittorio Verardi, Presidente di Needs.
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L’episodio “Mobilità sostenibile” prosegue la serie podcast Rome Smart Hub, un’iniziativa di Radio Activa Plus, in collaborazione con Needs Startup Association, che punta i riflettori sull’ecosistema dell’Innovazione del Lazio e sul futuro della Capitale in chiave smart.
GDM