A Venezia la prima scultura olografica di Solmi con Var Digital Art

L’imperatrice bizantina Teodora diventa influencer sulla laguna con Var Digital Art by Var Group

 

 

L’altissima definizione dell’immagine, i profili flottanti e i cromatismi ipnotici sono le caratteristiche distintive della tecnologia olografica 3D che l’artista Federico Solmi ha sapientemente utilizzato per creare la sua prima scultura olografica, intitolata The Alluring Empress, Empress Theodora. Quest’opera affascinante, che rimarrà esposta fino al 28 luglio nella mostra “Solmi – Ship of Fools” presso il secentesco Palazzo Dona’ dalle Rose a Venezia, è un capolavoro di arte impalpabile e stereoscopica, nato dalla sinergia tra la creatività di Solmi e l’innovazione tecnologica di Var Group, azienda italiana leader nel digitale, guidata dalla CEO Francesca Moriani.

In quest’opera, Solmi fonde magistralmente reale e virtuale, creando un’esperienza in cui il tempo sembra scorrere simultaneamente dentro e fuori le sue creazioni immersive e multimateriche. Utilizzando la più contemporanea delle proiezioni, quella olografica, Solmi dà vita a una scultura a-materica, che sfida le tradizionali concezioni della materia e della forma.

Con il suo stile inconfondibile, l’artista reinterpreta l’immagine storica dell’imperatrice bizantina Teodora in chiave moderna, raffigurandola come una influencer contemporanea. Teodora, figura storica complessa e affascinante, sovverte l’immagine stereotipata della sovrana, portando alla luce il suo passato controverso come attrice prima di diventare la moglie di Giustiniano I e divenire un’importante consigliera politica e paladina dei diritti delle donne.

La creazione di questa scultura olografica è stata resa possibile grazie all’uso di programmi di elaborazione grafica 3D e Motion Capture, che hanno permesso di trasferire digitalmente i linguaggi della pittura espressiva di Solmi in un formato tridimensionale. L’opera è generata da un avanzato sistema di proiezione olografica che offre un’ampia libertà di movimento e una definizione dell’immagine straordinariamente alta, indipendentemente dalle condizioni di luce, esaltando così l’effetto di tridimensionalità nello spazio.

Questa fusione tra arte e tecnologia non solo rappresenta un’importante innovazione nel campo dell’arte contemporanea, ma riflette anche un trend crescente nell’uso delle tecnologie immersive per creare esperienze artistiche sempre più coinvolgenti. Secondo uno studio dell’Institute of Digital Archaeology, la tecnologia olografica ha il potenziale di rivoluzionare il modo in cui percepiamo e interagiamo con le opere d’arte, ampliando i confini tra il virtuale e il reale e offrendo nuove modalità di espressione artistica.

 

 

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“The Alluring Empress, Empress Theodora” nasce, infatti, dall’utilizzo artistico e creativo fatto da Solmi con la sperimentazione della cosiddetta “tecnologia umana olografica 3D di livello superiore”, un sistema tecnologico che sblocca il piano di visione prospettico componendo immagini olografiche 3D perfette.

Nell’opera nata da questo dialogo tra arte e digitale, Teodora ammalia il pubblico nella forma di un miraggio ingannevole, caustica verso la banalità della contemporaneità e del mondo in cui viviamo, personaggio impertinente che sprona lo spettatore a non accettare la realtà così com’è, ma a raccontare il proprio tempo con un altro vocabolario. La figura impalpabile, in movimento e quasi fantasmagorica, di Teodora emerge dal buio e fa eco al suo grande busto in ceramica policroma esposto poco più avanti.

Le immagini tridimensionali e stereoscopiche di “The Alluring Empress, Empress Theodora” sono frutto della sinergia tra il pioniere della Media Art Solmi e Var Digital Art, progetto no profit di Var Group che mira ad esplorare le contaminazioni tra i linguaggi dell’arte contemporanea e le tecnologie digitali.

VDA by Var Group, con la direzione artistica di Davide Sarchioni, ha supportato Solmi mettendo a disposizione i mezzi e l’expertise di Var Group per realizzare l’inedito progetto dell’artista internazionale, che ha saputo declinare le risorse tecnologiche nel proprio alfabeto visivo, in un continuo e stimolante dialogo tra le grandi innovazioni del nostro tempo e la tradizione pittorica.

 

 

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“Chi fa innovazione rompe gli schemi, le consuetudini, l’ordine costituito delle cose fornendo visioni del mondo prima inesplorate, migliorandone la comprensione e la fruizione”, spiega Alessandro Tiezzi, Founder di VDA by Var Group. “È qui che Var Group e Federico Solmi si incontrano: nella sfida all’Innovazione, alla sperimentazione di nuovi linguaggi. Da qui nasce un nuovo linguaggio creativo: dall’incontro tra ingegno digitale e creatività umana che utilizza le tecnologie per abilitare nuove forme espressive”.

“Nel lavoro e nel linguaggio di Solmi abbiamo individuato una peculiare attitudine, propria dell’artista, nel saper liberamente traghettare la sua ispirazione e la sua creatività da una dimensione all’altra, tra analogico e digitale” continua Sarchioni. “Con Solmi ci siamo spinti a far sì che le nuovissime tecnologie potessero entrare in contatto con il suo mondo artistico apportando nuove suggestioni e ispirazioni alla sua urgenza creativa”.

La mostra “Solmi – Ship of Fools” è accompagnata da un catalogo edito da Gangemi Editore in lingua inglese con una completa storiografia dei lavori dell’artista. Il progetto è guidato dalle intuizioni curatoriali degli storici dell’arte Dorothy Kosinski, direttrice emerita della Phillips Collection, e di Renato Miracco. Oltre agli scritti di Kosinski e Miracco, i contributi in catalogo di Larry Ossei-Mensah, Serena Tabacchi e Davide Sarchioni esplorano il rapporto e impatto della tecnologia con l’arte contemporanea.

La mostra è realizzata in partnership con Var Digital Art by Var Group, che è attivamente impegnata nella promozione del rapporto tra arte e impresa attraverso le tecnologie digitali. Anche la Carl & Marilynn Thoma Foundation ha generosamente contribuito alla costruzione del progetto, mentre il supporto museale proviene dalla Phillips Collection, avamposto dell’arte contemporanea negli Stati Uniti che conta diverse opere di Solmi. La strategia di Comunicazione della mostra è, invece, affidata a HF4 di Marco del Bene.

 

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