Per attrarre i migliori talenti non bastano più i soliti benefit ed è per questo che è nato l’Employer Branding
Nel mondo altamente competitivo del reclutamento di talenti, le aziende si stanno rendendo conto che offrire un generico pacchetto di benefit e stipendi competitivi non è più sufficiente per attrarre e trattenere i migliori professionisti. Oggi, più che mai, si sta dando importanza all’Employer Branding, un concetto che sta guadagnando sempre più rilevanza nelle strategie di gestione delle risorse umane.
Leggi anche: Il report di Enea dice che lo Smart Working fa bene all’ambiente
La rivoluzione dell’Employer Branding
L’Employer Branding non è semplicemente un termine di moda nel mondo del recruiting, è una filosofia che pone l’accento sulla costruzione di una reputazione positiva e attrattiva per i datori lavoro. Il concetto si concentra sull’idea che un’azienda debba essere vista come un luogo dove le persone vogliono lavorare non solo per il compenso, ma anche per i valori, la cultura aziendale e le opportunità di crescita che offre.
Ma perché questo concetto è diventato così essenziale oggi?
La risposta è semplice: le aspettative dei candidati e dei dipendenti sono cambiate. I professionisti di oggi cercano molto più di un semplice lavoro; vogliono una carriera significativa in un’organizzazione che rispecchi i loro valori e obiettivi personali.
Un elemento sempre più evidente con l’ingresso nel mondo del lavoro delle nuove generazioni: Millenial e Z.
Leggi anche: Lavoro, i benefit più richiesti
Attrarre i migliori talenti
Per le aziende, l’Employer Branding è diventato uno strumento fondamentale per intercettare i migliori candidati sul mercato. Quando un’azienda può contare su una salda reputazione nel mercato del lavoro, i professionisti di alto livello sono più inclini a considerarla come una destinazione per la propria carriera. Questo significa che l’azienda può scegliere tra una vasta gamma di candidati altamente qualificati, aumentando la probabilità di assunzioni che portino un valore aggiunto.
Mentre uno stipendio competitivo e i tradizionali benefit rimangono importanti, l’Employer Branding riconosce che l’esperienza dei dipendenti è altrettanto cruciale. Le aziende che investono nella creazione di un ambiente di lavoro positivo e supportivo possono contare su dipendenti felici e motivati. Questo non solo influisce sulla produttività, ma riduce anche il turnover del personale, facendo risparmiare tempo e risorse che andrebbero altrimenti investiti nell’assunzione e nella formazione di nuovi dipendenti.
Leggi anche: ChatGPT, il 41% degli italiani pensa che sarà un supporto al lavoro
Costruire un Employer Branding efficace
Per avere successo, le aziende devono considerare i seguenti passi.
- Identificare i valori aziendali.
- Comunicarli in modo efficace.
- Coinvolgere i dipendenti, cioè chiedere loro materialmente dei feedback e costruire una collaborazione a lungo termine che valorizzi il loro punto di vista.
- Migliorare l’esperienza di recruiting. Quanti di noi hanno subito selezioni infinite? Quanti di noi sono stati “ghostati” da un’azienda? Quanti sono andati incontro a interminabili sessioni di test senza neanche sapere quale sarebbe stato il livello retributivo? Tutti questi elementi influiscono sulla percezione del brand aziendale in maniera negativa.
- Monitorare e adattarsi, ovvero verificare regolarmente l’efficacia delle iniziative di Employer Branding ed essere abbastanza lungimiranti da intervenire nel caso non dovessero essere efficaci.
Mi rivolgo direttamente alle aziende: vi state muovendo così?
Ascolta il nostro podcast: Da startup a grande azienda in quattro anni. La storia di Kineton