La scuola del futuro è personalizzata grazie all’AI

Il gruppo Inspired Education sta provando a realizzare una scuola personalizzata in Italia e in Svizzera grazie all’AI. Il fine è quello di creare corsi su misura e forme di tutoraggio ad hoc progettati grazie agli algoritmi

 

 

L’intelligenza artificiale aiuta gli insegnanti e gli studenti nel creare dei profili personalizzati, tarati sulla base dei punti di forza e delle difficoltà del percorso didattico”, spiega Marco Trapani, a capo dell’area IT per le scuole di Inspired Education Group in Italia e in Svizzera. “Oggi la tecnologia può adattarsi ai bisogni di ogni singola persona e, per esempio, attraverso una serie di domande, stabilire i punti di forza e di debolezza di ciascun allievo”, aggiunge Iain Sachdev, Head of Education per l’Italia.

L’AI è uno strumento potentissimo e in futuro dovrà essere utilizzata sempre più in ambito scolastico, e in generale nel mondo dell’Istruzione, per sviluppare modelli didattici inclusivi, equi, basati sulla reale crescita umana e professionale degli studenti e delle studentesse. Le analisi neuro-scientifiche permettono di individuare elementi fondamentali per promuovere forme di apprendimento potenziate.

 

 

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Infatti, come il progresso tecnologico sta rivoluzionando il mercato del lavoro, le intelligenze artificiali possono contribuire a migliorare l’esperienza formativa degli studenti. Contenuti personalizzati, nuovi modelli ed esperienze di apprendimento mirati, tutoraggi: grazie all’AI è possibile arricchire il processo di crescita e sviluppo di ragazze e ragazzi. Tutti questi elementi sono stati inseriti in un progetto pilota realizzato dall’Inspired Education Group per testare un modello di didattica nuovo e personalizzato.

Il progetto, chiamato Inspired AI, è stato concepito sottoforma di piattaforma educativa per studenti e docenti. Attualmente sta interessando un totale di 15 scuole, tra le quali, in Italia, le International School di MonzaMilano e Como, oltre alla St. Louis School of Milan. Ad oggi la piattaforma è utilizzabile per materie quali l’inglese, la matematica, le scienze e l’educazione fisica, ma presto saranno aggiunte altre materie.

 

 

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“Alla base del funzionamento delle piattaforme di più recente generazione ci sono, per esempio, modelli di profilazione simili a quelli dei social network: si cerca di capire quali sono i movimenti sullo schermo, i tempi di utilizzo e di fruizione di un contenuto, oltre al comportamento informatico in senso lato, per ottenere informazioni utili a personalizzare le attività didattiche”, continua Trapani. “Anche dati apparentemente poco significativi, come la velocità di movimento del mouse o il tempo di esitazione prima di formulare una risposta, indicano il livello di difficoltà e stress a cui è sottoposto lo studente. L’insegnante può utilizzare queste informazioni per lavorare in maniera più efficace, concentrandosi sulle difficoltà maggiori degli studenti”.

Da un lato, quindi, gli allievi hanno la possibilità di assumere e mantenere il controllo del proprio apprendimento, dall’altro i docenti possono ottenere dati in tempo reale sui progressi, in modo tale da adeguare le scelte didattiche e supportare chi ha più necessità.

I dati possono essere anche molto specifici per ciascun allievo, includendo velocità di apprendimento, predisposizioni, capacità di concentrazione, e così via.

 

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