Italia: c’è un’Innovazione dei sistemi di formazione?

Al Festival dell’Economia di Trento, Fabio Vaccarono, Presidente e CEO di Multiversity, ha spiegato come la formazione sia in piena trasformazione, grazie a tecnologie e innovazioni nei modelli di apprendimento

 

 

Partiamo da un fatto. L’Italia è notevolmente indietro nel percorso di digitalizzazione in tema di formazione a lungo termine, come emerso durante il Festival di Trento, nella tavola rotonda “L’Innovazione dei sistemi di formazione e di management”.

Un incontro illuminante partecipato da importanti figure come il CEO e il Presidente del gruppo Multiversity, Fabio Vaccarono; Alec Ross, professore distinto aggiunto della Bologna Business School; Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP (l’unico consorzio del Sud ad aver partecipato al Festival); Andrea Prencipe, rettore della LUISS; Paola Venuti, prorettrice dell’Università di Trento, e Raffaella Bossi Fornarini, docente della Graduate School of Management del Politecnico di Milano.

Vediamo insieme i punti salienti del dibattito.

 

 

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L’impatto della trasformazione digitale nella formazione

“L’istruzione e la formazione superiore sono in piena trasformazione grazie alle tecnologie e all’Innovazione nei modelli di apprendimento, fattori fondamentali per colmare il significativo ritardo educativo in Italia, che è il penultimo paese dell’Unione Europea per numero di laureati”, ha spiegato Vaccarono.

Negli ultimi anni, infatti, i metodi di apprendimento hanno subito una significativa spinta verso forme di didattica digitale e interattiva. Nel 2020, oltre un quinto degli studenti ha utilizzato materiale didattico online, con un ulteriore aumento nel 2021. In Spagna, il 20% dei laureati proviene da università digitali. Questi cambiamenti, ha continuato il CEO di Multiversity, “sono ormai acquisiti e hanno continuato a crescere anche nel periodo successivo alla pandemia”.

 

 

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L’Italia e la corsa verso le competenze digitali

L’Europa sta spingendo per un’adeguata trasformazione dell’istruzione e dei sistemi di formazione verso la dimensione digitale, come evidenziato dall’EU Digital Education Action Plan 2021-2027. L’obiettivo ambizioso è quello di “garantire che entro il 2030, l’80% dei cittadini europei possieda competenze digitali di base, per realizzare il Decennio Digitale Europeo”.

L’Italia, tuttavia, si trova in una posizione svantaggiata quando si tratta di competenze digitali. Secondo Fabio Vaccarono, nel nostro Paese “solo poco più del 40% degli adulti possiede competenze digitali di base”. Questa situazione si riflette anche nella classifica europea, in cui l’Italia si trova agli ultimi posti per il numero di laureati e competenze digitali.

Inoltre, l’Italia ha una percentuale preoccupante di giovani NEET, ovvero che non studiano e non lavorano. Questa situazione rappresenta una sfida significativa per noi, poiché gli individui senza una formazione adeguata rischiano di essere esclusi dalle opportunità offerte dalla società digitale. Come colmare, quindi, questo divario?

 

 

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Per colmare il divario e raggiungere gli obiettivi dell’Europa in materia di competenze digitali, è necessario affrontare diverse questioni fondamentali.

Ecco un elenco dei principali punti di cui si è discusso durante la tavola rotonda.

  • Prima di tutto, è fondamentale garantire l’accesso a infrastrutture, connettività e attrezzature digitali di qualità. Inoltre, le piattaforme digitali devono essere sicure e rispettose della privacy, mentre insegnanti e personale scolastico devono essere adeguatamente preparati e competenti nell’utilizzo delle tecnologie digitali.
  • Da un lato, è necessario sviluppare competenze digitali di base sin dalla prima infanzia e promuovere l’alfabetizzazione digitale. Dall’altro lato, è essenziale diffondere una buona comprensione delle tecnologie ad alta intensità di dati, promuovere l’acquisizione di competenze digitali avanzate e garantire alle donne l’accesso alle carriere nel settore digitale.
  • Per superare tutte queste sfide, senza lasciare indietro nessuno, è fondamentale promuovere la cultura dell’apprendimento continuo e una maggiore consapevolezza dell’importanza delle competenze digitali nella società odierna.

Per concludere, non si può solo puntare un’unica strada e sperare. Serve una pianificazione strategica, ma il Governo attuale sarà in grado di fare fronte a tutte queste prove di maturità? Quello che questo incontro ha fatto capire bene è che solo attraverso l’impegno congiunto di istituzioni, aziende e individui sarà possibile garantire una trasformazione efficace dell’istruzione e raggiungere il necessario aumento delle competenze digitali nella popolazione italiana.

 

Ascolta il nostro podcast: Connecting Talents, dove talento e idee si incontrano

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