Amelia Parente, direttore del personale di Roche Italia, racconta a Tèchne l’iniziativa di volontariato di competenza promossa dall’azienda durante l’emergenza Covid-19.
Nella difficile battaglia contro il Covid-19, sono molte le iniziative di community care messe in campo da parte di cittadini e imprese. Il supporto alle istituzioni, alla sanità, ai cittadini passa anche e soprattutto attraverso la condivisione delle competenze. È ciò che ha fatto Roche Italia, divisione italiana della multinazionale farmaceutica con sede in svizzera. Nei primi giorni di aprile, Roche ha messo a disposizione del ministero della Salute una parte del proprio personale altamente specializzato per affiancare gli operatori di primo livello del numero verde 1500. Da questa offerta, è nato il protocollo di intesa siglato dal ministero della Salute e da Roche Italia. Si tratta del primo progetto di volontariato di competenza in tempi di Covid-19.
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A raccontare l’inizio di questa esperienza ai microfoni di Radio Activa, è Amelia Parente, Human Resources Director di Roche Italia. L’iniziativa ha coinvolto 250 dipendenti, pari al 25% della forza lavoro di Roche Italia, che vi hanno aderito su base volontaria. “Si tratta di un’esperienza umana straordinaria ed estremamente formativa per il personale” racconta Amelia Parente intervistata da Giulia Borgherese.
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Forte di un’esperienza pluriventennale nel settore HR, Amelia Parente parla anche della necessità di ripensare certi paradigmi aziendali che, all’indomani dell’emergenza Covid 19, appaiono ormai superati. È il caso del ricorso allo smart working: “Siamo passati da un’organizzazione del lavoro face to face ad una totalmente in remoto. Ma non è possibile sostituire una cosa con l’altra” spiega la direttrice risorse umane di Roche. Per rinnovare e riscrivere queste liturgie organizzative, la figura dell’HR manager sarà fondamentale, rappresentando, in molti casi, una possibilità di cambiamento culturale e di sviluppo delle nuove leadership.